venerdì 12 ottobre 2007

Reggio Calabria, dopo la "delocation rom" rimangono dei problemi

Lo scorso agosto l’amministrazione di centro-destra della città di Reggio Calabria, guidata dal sindaco Giuseppe Scopelliti, ha ultimato lo sgombero delle famiglie rom residenti nel ghetto dell’ex Caserma Cantaffio, noto come “208”.
“Delocation Rom” è la denominazione dell’operazione, iniziata nell’aprile 2006, voluta dall’amministrazione Scopelliti per delocalizzare le circa 70 famiglie residenti al 208. Nonostante il risultato positivo dell’effettiva delocalizzazione sul territorio reggino di circa trenta famiglie, non bisogna tralasciare i tanti problemi rimasti irrisolti e, a volte, addirittura aggravati.
Nell’ultimo anno infatti 40 famiglie rom sono state trasferite nel quartiere Arghillà, nella zona nord della città, raggiungendo quota 96. La demolizione del 208 ha comportato dunque l’aggravarsi di una situazione di disagio ed emarginazione, all’interno della quale si è creato il più grande ghetto rom che la città abbia mai avuto.
Le condizioni di invivibilità del quartiere, a causa dei continui episodi di criminalità, ha generato tra le famiglie rom e non rom, profondi timori per la propria sicurezza. Il trasferimento di altre famiglie rom ad Arghillà è del resto in contrasto con la delibera del Consiglio comunale n. 2 del 12 luglio 2005, in cui era prevista l'allocazione di un numero massimo di 12 famiglie Rom nel quartiere. Come se non bastasse, nel mese di maggio, altre famiglie rom, vincitrici del bando 1999 per gli alloggi popolari, sono state convocate dall’Aterp per la scelta di un alloggio ad Arghillà. 32 di esse hanno già presentato al sindaco formale rinuncia agli alloggi, come la legge regionale prevede. Ancora oggi queste famiglie non hanno ricevuto formale risposta dal primo cittadino.
La demolizione dell’ex caserma Cantaffio è stata del resto possibile grazie agli accordi intercorsi tra le famiglie rom e l’amministrazione. Infatti mentre nelle precedenti operazioni di sgombero il sindaco aveva scelto lo schieramento delle forze dell’ordine per obbligare i cittadini rom a lasciare il 208, nell’operazione di agosto è prevalso il dialogo, favorito dalla mediazione dell’Opera Nomadi e delle assistenti sociali del comune.
Anche se molte famiglie non dimenticano i favoritismi e la discutibile gestione dell’assegnazione degli alloggi, dieci nuclei familiari rom hanno accettato di essere sgomberate dall’ex Caserma nonostante non fosse ancora prevista per loro una sistemazione definitiva. Tre famiglie sono state sistemate in albergo, una in affitto e le altre si sono arrangiate presso le abitazioni di parenti con un contributo alloggiativo del comune.
In cambio l’amministrazione comunale aveva promesso di sistemare al più presto le famiglie, alcune in alloggi popolari, le altre negli alloggi che avrebbe acquistato entro il 15 ottobre 2007. 5 erano gli alloggi proposti dalle agenzie immobiliari a seguito di un avviso pubblico del comune per l’acquisto di appartamenti da destinare alle famiglie rom.
Era stata l’Opera Nomadi insieme alle famiglie e su invito del sindaco, a reperire, tramite agenzie, gli alloggi da acquistare. Ma oggi, a causa di ritardi nelle procedure di acquisto, uno di questi alloggi è stato già venduto ad altro acquirente ed esiste il concreto rischio che anche gli altri alloggi vadano persi. Nonostante le continue richieste dell’Opera nomadi, non è stato ancora possibile un incontro con il sindaco Scopelliti per discutere di questi ed altri problemi relativi alle famiglie rom dell’ex caserma Cantaffio ma anche degli altri insediamenti rom della città.
Un atteggiamento che contribuisce a confermare nei cittadini rom la convinzione secondo cui l’interessamento alle loro condizioni di vita è legato esclusivamente ad interessi sull’area che occupano, come nel caso dell’ex Caserma. Anche se Scopelliti ha annunciato che da gennaio prossimo si attiverà per la sistemazione delle famiglie rom residenti nell’insediamento del quartiere Ciccarello, il dialogo con i rom sembra finito dove iniziano i toni trionfalistici e gli slogan pubblicitari dell’amministrazione comunale. Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Reggio Calabria

Nessun commento: