Il dibattito del Consiglio regionale sui Rom in Toscana si è concluso con l'approvazione della mozione sottoscritta da Pd, Verdi, PdCi, Sd e Rc, sulla quale lo Sdi si è astenuto. Respinte le mozioni dell'opposizione di centro destra (FI, An, Udc, Af) e quella dello Sdi. Nella mozione approvata si sollecita, fra l'altro, il Parlamento a dotare gli enti locali di adeguate risorse finanziarie per affrontare il problema.
“I fatti accaduti a Livorno nella notte fra il 10 e l’11 agosto con la morte di quattro bambini”, ha esordito Salvadori (assessore alle politiche sociali), “rappresentano una ferita difficilmente sanabile per il tessuto civile della Toscana”. E da qui, dalla “ferita che interpella la nostra coscienza di cittadini e di responsabili pubblici”, l’assessore è partito per dire che “occorre continuare a testimoniare una Toscana che accoglie, ospita, tutela e protegge chi è anche temporaneamente residente sul territorio” nel quadro “di una politica che sia insieme solidale e attenta al rispetto della legalità e della sicurezza” sempre “a favore dei soggetti deboli” e quindi “anche dei Rom”.
“Il processo migratorio dei Rom sta avvenendo con dinamiche che vanno oltre la Toscana e anzi occorre leggerlo in una visione almeno continentale”, ha continuato Salvadori. Che ha aggiunto: “La popolazione Rom, che sta migrando in maniera così massiccia in particolare dal gennaio 2007, è un fattore di novità nella sua dimensione ma i processi di presenza in Toscana si radicano a partire dagli inizi degli anni Ottanta e si sono intensificati particolarmente dopo il 1989 con la crisi economica che si è abbattuta in Romania”.
“L’allargamento dei confini europei, che di per sé è un atto di grande significato, apre i nostri Stati alla libera circolazione delle persone”, ha continuato Salvadori. In Toscana “sono ormai 250 mila i cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno” ed essi rappresentano “circa il 7 per cento della popolazione”. E le prospettive indicano che “entro i prossimi dieci anni la presenza degli stranieri raddoppierà mantenendo la dimensione complessiva della popolazione”.
L’intendimento della Regione è concretizzare “politiche che coniughino accoglienza e sicurezza, legalità e solidarietà, ispirate a quei valori e principi presentati recentemente anche a questo Consiglio nel dibattito sulla futura legge regionale sui migranti” ovvero “politiche che partono dall’affermazione del primato della persona indipendentemente dal suo status di cittadinanza e siano in grado di favorire l’armonia fra le diverse identità intorno alle regole stabilite, che tutti sono tenuti ad osservare, a garanzia dei diritti e delle responsabilità individuali e collettive”.
“Nel documento preliminare alla proposta di legge regionale sui migranti abbiamo affermato di voler promuovere un modello di accoglienza e di inclusione sociale dei non comunitari che, nel rispetto delle diverse identità culturali, religiose e di genere, sia fondato sull’affermazione, l’esercizio e la tutela dei diritti e dei doveri, sulla promozione e lo sviluppo di una cittadinanza attiva in una comunità solidale”, ha sottolineato Salvadori. E ancora: “Vogliamo una società in cui viene assicurata a tutti la piena cittadinanza sociale ma anche in cui viene richiesto pure il rispetto della legalità e delle regole civili e sociali del nostro Paese” e “su questa stessa linea si orientano le scelte e l’azione della Regione verso la popolazione Rom presente sul nostro territorio” rispetto ai quali “anche a seguito della legge regionale di sette anni fa abbiamo improntato gli interventi verso i Rom con l’obbiettivo di costruire percorsi di autonomia e di inclusione sociale”.
I dati relativi alla presenza dei Rom in Toscana, secondo Salvadori, confermano la validità di questa linea d’azione. Tanto che ha affermato: “Il superamento dei campi, che ha visto impegnate le Amministrazioni locali con risultati importanti, rimane l’obbiettivo fondamentale di intervento e in questa direzione si sta rapidamente andando in piena sinergia con gli Enti locali. Infatti i dati evidenziano come la presenza nei campi è diminuita nel corso degli anni, nonostante le varie vicissitudine internazionali relative ai Balcani che hanno favorito un costante esodo delle popolazioni dalle zone di guerra e oggetto di pulizia etnica”.
Inoltre, per Salvadori, “si assiste a un aumento degli inserimenti lavorativi, ad una scolarizzazione massiccia dei ragazzi fino alla terza media e perfino ad una frequenza crescente in istituti superiori o professionali, ovvero a dato che indicano una graduale ma decisa stabilizzazione delle famiglie e un processo in atto di inserimento sociale”. “Occorre poi sottolineare come nel corso degli anni molte famiglie Rom coinvolte in progetti di accompagnamento, circa 200, si sono positivamente inserite nel tessuto sociale e civile toscano, spesso senza particolari contraccolpi sulle comunità ospitanti”, ha precisato Salvadori. “E progetti come quelli di Firenze, Livorno e Pisa ne sono un esempio”. Continua a leggere...
Nessun commento:
Posta un commento