"L’invasione dei nomadi", titolava l’altro giorno il Corriere della Sera l’articolo di fondo di Alberto Ronchey. E l’impressione che dava era di una minaccia più che incombente ormai presente, come nella storia degli "ultracorpi", dal film di Don Siegel, dove gli ultracorpi non erano che quei baccelli giganti che espellevano alieni dalle sembianze umane. Tutti comunisti peraltro, mostruose creature che sotto false spoglie si insinuavano nel nostro sistema per abbatterlo. Nel caso di Ronchey gli ultracorpi sono i rom, in particolare gli zingari che vengono dalla Romania.
La Romania è ormai un paese comunitario, in modo tale che anche i suoi migranti lo sono: comunitari con tutte le facoltà e le libertà che spettano loro di diritto. Ronchey aggrediva la questione dal punto di vista solo della criminalità e spiegava: c’è già la nostra (e non si scherza tra mafia, camorra e imprecisate "sacche d’illegalità urbane e suburbane"), figuriamoci se ci possiamo permettere anche "quella d’importazione". Dopo aver citato Montanelli e un suo viaggio a bordo di un carrozzone attraverso Macedonia e Tessaglia (sarà vero?) citava avvicinandosi ai nostri tempi l’ex prefetto di Roma Achille Serra, che raccontava delle sue visite nei campi rom, riserve indiane di scippatrici e di svaligiatori notturni d’appartamento.
Ovviamente Ronchey si diceva preoccupato assai, insieme con l’ex prefetto, temendo che questo mondo diviso tra scippatrici e svaligiatori motivasse l’altrui violenza intollerante e xenofoba. Concludeva Ronchey: "Fino a che punto, in Italia come altrove, si può davvero integrare oltreché ospitare qualsiasi flusso d’immigrazione?".
Ieri il Corriere tornava in argomento, impegnando un altro tra i suoi editorialisti, il banchiere Salvatore Bragantini, che tra gli argomenti sensati dava un numero: novantamila. "L’inva-sione" (parola di Bragantini) era tutta in quel numero e aggiungeva: "numeri simili l’Italia dovrebbe essere in grado di gestirli".
Non solo però un aggiustamento (nelle proporzioni) dell’invasione, ma subito dopo l’ammissione che vi possano essere rom (e albanesi o maghrebini) onesti e se comunque i rom padri non sono onesti, i figli dovrebbero aver la possibilità di frequentare una scuola, primo passo per non cadere nel vizio dei padri. Vizio che va sanzionato, sulla base del principio che "è giusta la durezza verso chiunque delinqua", ma è giusta "anche l’apertura verso l’immigrato onesto: non deve pagare colpe che non ha". di Oreste Pivetta, continua a leggere…
3 commenti:
Noi riteniamo errato il dato numerico (90.000 persone) espresso dal banchiere Salvatore Bragantini.
perchè non venite il 30 ottobre a roma ,alla presentazione del dossier statistico immigrazione della caritas, ci sarà anche il ministro Amato....e magari gli si potrà porre qualche domandina....
ciao Flora, ci stavamo pensando anche se probabilmente non avremo la possibilità di intervenire.
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