lunedì 19 novembre 2007

I "campi rom" uccidono!

Ancora un piccolo rom ucciso dal fuoco e dall’abbandono nel quale gli enti locali e le istituzioni confinano il popolo rom in Italia. Dopo i bambini morti nel rogo di Livorno questa estate, dopo la morte di una donna rom uccisa dalle condizioni igieniche del campo della Favorita di Palermo, anche se a quasi due mesi dalla morte non si conosce l’esito dell’autopsia, un altra piccola vittima in un accampamento "abusivo" di Bologna.
Subito i mezzi di informazione si sono scatenati ancora una volta per coprire le responsabilità di chi lascia i rom in condizioni abitative per le quali l’Italia è finita sul banco di accusa in Europa. Sarebbero i rom gli unici colpevoli, di insediarsi "abusivamente" alle periferie delle nostre città, di abbandonare i loro figli, di utilizzare sistemi di riscaldamento che incendiano, di sfruttare i minori per l’accattonaggio, fino a 100 euro al giorno addirittura, quando non li addestrano a piccoli furti (così il TG3 di lunedì 19 novembre). Neanche una parola sugli attacchi razzisti (con diversi tentativi di incendio doloso) che i rom subiscono da mesi.
Chi può assicurare con tanta tempestività che anche in questo caso non ci sia stato un rogo voluto da chi voleva espellere i rom con le fiamme?
Vergogna, su questi professionisti della disinformazione, capaci di accrescere ancora l’odio razziale verso i rom. Vergogna sugli amministratori locali e su quei politici che impongono nuova esclusione con le loro scelte di sgombero, e di deportazione, senza trovare soluzioni capaci di valorizzare l’immenso patrimonio costituito dal lavoro di integrazione che associazioni, italiani e rom stanno portando avanti in tutta Italia per inserire i bambini nelle scuole, per trovare lavoro ai più giovani, per garantire salute e alloggi dignitosi a tutte le famiglie rom.
Chiediamo ancora una volta la verità. La verità sulle responsabilità di questi roghi, tutti definiti subito "accidentali", la verità sulle responsabilità dell’esclusione e della devianza che non si possono imputare soltanto ai singoli individui ma sono conseguenza diretta del trattamento che l’Italia e le sue istituzioni ( comprese le forze di polizia) riservano al popolo Rom. Un accertamento delle responsabilità, a livello di politica locale e a livello di scelte di governo, che dovrebbe imporre l’immediato ritiro del decreto sulla sicurezza, censurato anche dal Parlamento Europeo, e la introduzione di misure immediate di accoglienza e di integrazione, per tutti i rom, comunitari o extracomunitari che siano. Senza tentare di scaricare responsabilità su un Europa che si allontana sempre più.
di Fulvio Vassallo Paleologo,
ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione)