L’assemblea del Centro Documentazione Donna di Ferrara si è riunita in via straordinaria venerdì 2 novembre 2007 presso la sede del centro stesso (via Terranova 11 b) per discutere del recente efferato caso di violenza ad una donna a Tor di Quinto (Roma), che si è purtroppo concluso con la morte della vittima, nonché delle reazioni da parte dell’amministrazione pubblica romana (nella persona del Sindaco nonché Segretario del neonato Partito Democratico Walter Weltroni), delle forze politiche, dell’opinione pubblica e dello stesso governo.
Le donne che si sono ritrovate al centro non hanno potuto non constatare come l’ennesimo stupro sia stato utilizzato come pretesto per avviare una indecente campagna che, con la scusa della "sicurezza", si è rivolta contro un intero popolo (il popolo rumeno a cui appartiene l’uomo accusato) ed in particolare contro i rom: cos’altro sono stati infatti gli sgomberi dei campi rom perpetrati all’alba del giorno dopo e cos’altro sono i provvedimenti di immediata espulsione dei rumeni dalle nostre città e dal nostro Paese?
Proprio perché come donne abbiamo da sempre indicato lo stupro come un orrore antico quanto il mondo, figlio del patriarcato, a cui una società civile dovrebbe saper mettere fine, non intendiamo oggi nascondere questo particolare stupro dietro la foglia di fico della violenza che sarebbe causata da problemi connessi all’immigrazione: come un recente rapporto dell’ONU ha evidenziato l’aggressività maschile è la prima causa di morte e di invalidità delle donne in tutto il mondo ed anche in Europa e nel nostro Paese.
Il "nemico", se così lo si vuol proprio chiamare, non è dunque lo "straniero" (in questo caso "il rumeno") ma la violenza maschile che nella stragrande maggioranza dei casi, anche in Europa e anche nel nostro Paese, è perpetrata da mariti, conviventi, consanguinei, amici, vicini di casa.
Nascondersi questo significa ottenebrare la realtà e, quindi, per chi ha responsabilità di gestione della cosa pubblica, indirizzare gli interventi non laddove sono indispensabili ma laddove populisticamente il fine politico del momento li fa apparire più "produttivi" in termini di consenso.
Avremmo voluto che almeno il centro sinistra non immaginasse la questione soltanto in termini di ordine pubblico, bensì riprendendo con più convinzione a delineare (e cominciando a finanziare in modo consistente) interventi capaci di rendere vivibili le nostre città e le nostre periferie, capaci di rendere percorribile la strada della convivenza e della multiculturalità, capaci di incidere in maniera efficace sui residui del maschilismo patriarcale: capace cioè di affermare che il diritto delle donne alla libertà di movimento oltrechè di scelta dei partenrs sessuali è un diritto da perseguire al pari di ogni altro diritto umano.
A chi semplicemente caccia rumeni e rom dal nostro Paese e dalle nostre città (ricacciando tra l’altro nell’ininfluenza il fatto che proprio ad una immigrata rumena si deve la denuncia dell’aggressione di Tor di Quinto) noi diciamo: non potete farlo in nostro nome.
Per questo stiamo raccogliendo adesioni ad un appello che si può trovare nel sito del Centro Documentazione Donna.
Invieremo le firme raccolte al Presidente della Repubblica e parteciperemo alla manifestazione contro la violenza alle donne che si terrà il prossimo 24 novembre a Roma. Speriamo che tante e tanti vorranno farlo insieme a noi.
Centro Documentazione Donna di Ferrara
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