Oggi è stata pubblicata da Il Giornale un’intervista ad un Consigliere Comunale di Roma, Marco Pomarici. Questo politico locale intende presentare un documento, elaborato insieme ai compagni di partito, per risolvere la questione rom a Roma. Sulla base delle regole proposte da questo politico capitolino, abbiamo fatto alcuni esempi di applicazione.
Marco Pomarici, consigliere comunale di Forza Italia, quali soluzioni propone per risolvere l’emergenza rom?
«Ho elaborato un documento, sottoscritto da tutto il gruppo di Forza Italia, che verrà presentato nel corso del consiglio comunale straordinario sul tema della sicurezza».
Può anticiparne i passaggi fondamentali?
«Anzitutto suggerisco una differenziazione di status per i rom, che andranno distinti in nomadi e stanziali. Nel primo caso, siano essi singoli o in gruppo, saranno accolti in campi autorizzati per un periodo non superiore a 120 giorni, al termine del quale saranno tenuti ad andare via, mentre per rientrare a Roma dovranno attendere come minimo due anni».
Facciamo un esempio: famiglia Rom Kalderasha, formata da Cittadini Italiani e residenti a Roma con attività di calderai itineranti. Durante l’inverno sono fermi a Roma in un “campo nomadi”, dove preparano la merce che sarà venduta durante la primavera e l’estate. Il primo anno si fermano a Roma per 120 giorni, i successivi due anni sono cacciati.
E quelli stanziali?
«Potranno usufruire di aree a loro dedicate senza limiti di tempo, a patto che ogni capofamiglia sia in grado di dimostrare di svolgere una regolare attività lavorativa e di ricevere una retribuzione tale da consentirgli di mantenere senza difficoltà moglie e figli».
Torniamo dalla famiglia Rom Kalderasha, formata da Cittadini Italiani e residenti a Roma con attività di calderai itineranti che diventano stanziali per forza. Il reddito dato dall’attività lavorativa, ridotto anche dal non poter più andare nei mercati in tutta l'Italia, è, secondo gli standard disposti dalla legislazione vigente, tale da non consentirgli di acquistare i libri di scuola e di pagare la mensa scolastica. In questo caso la famiglia sarà parimenti cacciata.
Che effetti avrebbe questo sistema?
«Permetterebbe di controllare ingressi e uscite, riconoscendo i giusti diritti a chi li merita e allontanando chi ne gode senza averne titolo. Utile allo scopo sarebbe l’organizzazione di un censimento dei rom regolari e di quelli irregolari presenti nella capitale. A svolgerlo sarebbero chiamati i Nuclei assistenza emarginati presenti in ogni comando della polizia municipale, ovviamente non una tantum, ma tramite un monitoraggio periodico dei luoghi più a rischio».
La nostra famiglia Rom Kalderasha, formata da Cittadini Italiani e residenti a Roma con attività di calderai itineranti, non meriterebbe i “giusti diritti” perchè non entra negli standard previsti, sempre secondo Marco Pomarici.
In caso di reati, invece, che misure propone di adottare?
«Non solo se un rom viola la legge, ma anche se contravviene a una delle modalità che regolano l’accesso e la permanenza in città, dovrà essere mandato via e gli sarà negata qualsiasi ulteriore possibilità di rientrare».
Alla nostra famiglia Rom Kalderasha, formata da Cittadini Italiani e residenti a Roma con attività di calderai itineranti, viene contestato di aver contravvenuto alle modalità che regolano l’accesso e la permanenza in città: non hanno avvertito il Comune di Roma, entro i tre giorni stabiliti, di aver acquistato una piccola roulotte per la figlia più grande che ha compiuto quindici anni. Vengono per questo cacciati via per l’ennesima volta…
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