Sull’onda emotiva degli ultimi tragici fatti romani, continua anche a Brescia il battage mediatico sugli insediamenti occupati da Sinti, Rom e immigrati nella periferia della città.
Dopo l’annuncio dell’assessore Capra che vuole trasformare i “campi nomadi” regolari in "centri per l’emergenza abitativa", ecco quello dell’assessore all’Edilizia privata Luigi Gaffurini che assicura entro la fine dell’anno lo smantellamento degli insediamenti dei Sinti Italiani su terreni agricoli di proprietà, che sorgono nel territorio di Brescia.
"Le ingiunzioni di demolizione", ha detto ieri Gaffurini alla stampa, "sono state inviate tra i 20 e i 45 giorni fa. I proprietari delle aree hanno 90 giorni di tempo per sgomberare e abbattere le costruzioni innalzate illecitamente. Altrimenti gli operatori del Comune saranno autorizzati ad entrare, portare via tutto e demolire baracche e insediamenti".
È da rilevare che nei terreni privati dei Sinti italiani non vi sono baracche o costruzioni abusive, solo roulotte, camper e case mobili, regolarmente acquistate, come per altro i terreni.
Naturalmente l’Assessore tratta questi insediamenti come abusi edilizi ma noi di sucardrom riteniamo che tale posizione evidenzi una discriminazione etnica/razziale indiretta. Per ora sono stati individuati otto abusi, tra cui quelli di via Serenissima e di via Roncadelle, diventati "parcheggi stabili" per roulotte.
Il prossimo passo sarà la convocazione tra una decina di giorni di una conferenza per l’ordine pubblico per valutare le mosse da compiere. Speriamo che non si arrivi ad una violazione dei diritti umani come succede in molte città italiane.
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