«Spedire i delinquenti nel deserto non è una soluzione e, comunque, ciò non accadrà troppo presto»: lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri romeno, il liberale Adrian Cioroianu, autore una settimana fa delle controverse dichiarazioni, che diedero adito a una valanga di critiche, circa una eventuale «deportazione» dei delinquenti romeni di etnia rom nel deserto egiziano. Cioroianu ha ammesso che le sue parole sulla deportazione erano «poco ispirate».
«Forse dovevo stare più attento quando ho fatto quella affermazione, però sono del parere che non sono i consoli e i diplomatici romeni a creare problemi all'estero, bensì la gente che ha problemi con la legge», ha detto il ministro citato dall'agenzia Mediafax.
«Sicuramente - ha aggiunto - la soluzione non è mandarli nel deserto, il che comunque non accadrà troppo presto». Stando a Mediafax, al termine di una riunione oggi del Partito nazionale liberale, il vicepresidente del partito, Puiu Hasotti, ha dichiarato che Cioroianu continua ad avere il sostegno del partito e del governo di minoranza, di cui, oltre ai liberali, fa parte anche l'Unione democratica magiari di Romania.
Nei giorni scorsi, a seguito delle parole di Cioroiani, diverse ong e associazioni romene e straniere, tra cui il centro Simon Wiesenthal, hanno chiesto le sue dimissioni.
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