«Il modello sicurezza di Torino funziona ed ha prodotto maggiori risultati rispetto a campagne fatte da altre città, magari senza clamori mediatici. Qui si coniuga legalità con solidarietà». Il sindaco Sergio Chiamparino difende ciò che il Comune ha fatto, a partire dal tavolo sulla sicurezza, dopo il fuoco di fila della minoranza durante il dibattito in consiglio comunale, pronta a cantar vittoria anche sulla mozione narcosale, dopo la lettera del ministro alla Salute, Livia Turco.
«Solo sul fronte nomadi - ammette il sindaco - siamo vicini ad una soglia di emergenza: per questo sarebbe necessario un nuovo campo attrezzato e regolare a Torino a cui se ne dovrebbero aggiungere altri, più piccoli, in tutti o quasi i comuni della provincia».
Oggi sono circa 800 le presenze regolari costituite da sinti e da persone provenienti dalla ex Jugoslavia, mentre sono circa 1.200, tra rom e romeni, coloro che vivono in aree non legali tra la città e l’area metropolitana. «Per questo c’è l’esigenza che si ragioni a livello provinciale sulla necessità di attrezzare l’area metropolitana di campi regolari strutturati o di transito sull’esempio di quanto avviene in Francia dove c’è una legge che prevede che ciascun comune sia dotato di aree di transito. Se si riuscisse ad andare in questa direzione sarebbe più semplice gestire il problema, poiché si alleggerirebbe la pressione sui campi nomadi nel capoluogo».
Chiamparino rivendica di aver operato con il massimo rigore: «In questi mesi sono state eliminate alcune zone a rischio, come in Strada del Portone e lungo la sponda destra della Stura, con sgomberi graduali e articolati, senza operazioni spettacolari ma con interventi mirati a distinguere le diverse situazioni di criticità sociale e questo ha permesso controlli sulle situazioni di illegalità, grazie ai quali è stato possibile l’allontanamento di alcuni soggetti dal nostro Paese».
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