mercoledì 5 dicembre 2007

La paura e il razzismo

Il 4 novembre Alessio Bacchi per sucardrom ha scritto: l’Italia si è persa, la bestia è scatenata. Molti hanno criticato il nostro intervento soprattutto per il parallelismo dell’oggi con la Germania nazista e l’Italia fascista.
Il Ministro Amato continua ad arrabbiarsi con la stampa estera che sta martellando il nostro Paese per la svolta xenofoba che ha investito la politica e la società civile. Ancora ieri Amato è intervenuto al Senato affermando: «ho reagito con durezza ai giornali stranieri che hanno scritto “L'Italia sbatte fuori migliaia di cittadini romeni”, una delle offese più gravi fatte all' Italia. Ho reagito e ho detto che non ha senso». Ma alcuni giorni fa aveva invitato tutti i Prefetti ad applicare il “decreto sicurezza”, dopo che il Parlamento Europeo aveva richiamato ufficialmente l’Italia con un’apposita Risoluzione.
Il ragionamento di Amato è questo: il decreto sulle espulsioni non è stato adottato sull'onda dell'emotività «dopo la tragica uccisione» della signora Reggiani ma perché «a Roma e non solo stavano prendendo piede delle reazioni xenofobe che investivano la comunità rumena e non solo».
Il risultato è che i Comuni stanno assumendo iniziative razziste, come in Veneto, ed esponenti politici si sentono liberi di dichiarare l’impensabile: «Usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino».
Non solo, ricordiamo la furia cieca dei tifosi che hanno voluto farsi giustizia da soli, attaccando le questure a Roma, per l’amico ucciso da un poliziotto.
Oramai i freni sono stati tolti e l’Italia, che non ha ancora fatto i conti con il suo passato fascista, ritrova le pulsioni più aberranti che hanno colpito il genere umano. Pulsioni che sono covate sotto la cenere dell’ipocrisia sulla Resistenza, enfatizzata e mitizzata a dismisura per nascondere la cruda realtà: l’Italia insieme alla Germania e al Giappone hanno portato l’intero genere umano ad un passo dall’abisso.
L’Italia non ha fatto i conti con questa dura realtà, al contrario dei tedeschi e dei giapponesi, e gli italiani erano e purtroppo sono ancora oggi un popolo di razzisti, pronto a sbranare il “diverso” che “invade l’orticello”.
Amato dovrebbe intervenire duramente contro i Sindaci razzisti, come quello di Cittadella di Padova, e commissariare i Comuni ma la paura di perdere consenso lo blocca. La storia si ripete, settant’anni fa come oggi la paura ha bloccato le democrazie europee, davanti ad una Spagna democratica attaccata dall’Italia fascista e dalla Germania nazista. Oggi una classe politica largamente razzista, sdoganata anche da Berlusconi, può dire convintamene: «Usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino». Domani aspettiamoci un nuovo Duce che imporrà senza fatica leggi razziali…

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