Soltanto a Giugliano, provocatoriamente, gli imprenditori dell'area Asi hanno addirittura annunciato che metteranno mano al portafogli pur di sistemare le comunità rom che si sono insediate sul «loro» territorio fra le discariche abusive di rifiuti.
Terreni che le aziende vogliono recintare a proprie spese, anche per evitare quei furti di cavi elettrici che spesso le hanno lasciate al buio. Gli imprenditori non accusano nessuno, ma hanno compulsato la Provincia, le amministrazioni locali ed il prefetto chiedendo una «sistemazione dignitosa» per questa gente fuggita dall'ex Jugoslavia e per loro stessi. Rivendicando il diritto, insomma, di fare impresa in un'area di sviluppo industriale, non di miseria e insalubre.
Il «Campo 7» - Dei 13 gruppi di baracche dell'area Asi di Giugliano, abitate da più di 500 persone, il più grande è quello denominato «Campo 7», cresciuto sopra montagne di rifiuti. Gli imprenditori sono riusciti ad accelerare le trattative e la Provincia costruirà un villaggio attrezzato con 37 moduli abitativi per almeno 180 persone, su un'area del Comune a ridosso del confine Asi.
Un “campo” che già due anni fa è stato murato, abusivamente, per tutto il suo perimetro, da un confinante che evidentemente non gradisce i Rom e tale è rimasto fino ad oggi.
L'Opera Nomadi, che presta un'assistenza di base e fa accompagnamento scolastico al «Campo 7», cercherà anche di far spostare senza dolori i Rom in “eccedenza”, le centinaia tagliate fuori dal progetto della Provincia, quando la recinzione dell'Asi coperta da finanziamenti regionali in scadenza dovrà partire per forza. Ci chiediamo dove saranno alloggiate dall’Opera Nomadi di Napoli le 320 persone “eccedenti”. Continua a leggere…
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