lunedì 14 gennaio 2008

Prato, le famiglie sinte italiane saranno cacciate se i bambini non vanno a scuola

La proposta messa a punto dall'Amministrazione di destinare alcune aree, contigue all'attuale “campo nomadi” di via Prato, all'uso in comodato alle famiglie Sinte che ormai risiedono da anni nel Comune, è stata accolta con favore dai rappresentanti delle famiglie stesse riunitesi ieri sera con gli Assessori alle Politiche Sociali Nicola Ciolini e ai Lavori Pubblici Franco Ganugi.
«La soluzione prospettata dal Comune - ha affermato Ciolini - è stata accolta e apprezzata dalle famiglie sinte, che si preoccuperanno autonomamente al pagamento dei vari approvvigionamenti, idrici, elettrico e del gas. L'unica richiesta che il Comune fa alle famiglie è quella di mandare i bambini a scuola. Per chi non manderà i propri figli in età scolare ad assolvere il proprio dovere, ci sarà lo sfratto». Quindi anche a Prato arriva una sorta di “patto di socialità e legalità”, come quello di Milano. Se i bambini non vanno a scuola tutte le famiglie saranno cacciate. Le famiglie hanno naturalmente accettato anche perché nessuno ha mai negato la frequenza dei propri figli alla scuola. E’ però successo il contrario, ovvero che la scuola abbia di fatto negato ai bambini sinti una scuola secondo i loro bisogni, creando l’abbandono scolastico.
Nelle nuove aree saranno le famiglie ad occuparsi della piantumazione delle siepi, del pagamento degli allacciamenti e delle bollette, cosa che fino ad ora ha gravato sul Comune. A breve avverrà la consegna delle aree da parte della Cooperativa Novello, proprietaria delle aree, al Comune e inizieranno le procedure per il frazionamento dei lotti, uno per gruppo familiare, due dei quali sono costituiti da una quindicina di persone e uno di sette. Verrà inoltre stipulato un contratto che conterrà norme precise, di cui vi terremo informati, non solo per il rispetto delle leggi che riguardano l'istruzione dei minori e il pagamento autonomo delle forniture.

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