"Casa, lavoro e scuola per i bambini" sono le richieste di una sessantina di Rom che stamane hanno manifestato davanti alla prefettura di Firenze. Appartengono tutti a un insediamento rom a Sesto Fiorentino che a breve dovrebbe essere smantellato. La Chiesa Valdese ha espresso la propria solidarietà e si è resa disponibile ad intervenire.
Casa e lavoro, chiedono poco e tutto allo stesso tempo, chiedono condizioni più umane, rispetto per le loro dimore, maggiore dialogo e accusano il sindaco di Sesto Fiorentino di xenofobia e che "non vuole l'integrazione dei piccoli nelle scuole". Ad organizzare il corteo l'associazione Aurora che da molti anni si batte per la difesa dei Rom e dei senza tetto.
Cinque i punti portati all'attenzione del prefetto De Martino che stamani ha ricevuto una donna Rom e i rappresentanti dell'assemblea autoconvocata: un intervento umanitario nei confronti dei rom del “campo” che vivrebbero in condizioni igienico-sanitarie disumane; ''il blocco di tutti gli sgomberi eventualmente già programmati''; la costituzione di un tavolo metropolitano di confronto con le amministrazioni locali, regionali e provinciali sulla questione immigrazione e marginalità.
Dito puntato in particolare contro Gianni Gianassi (in foto), il primo cittadino di Sesto Fiorentino, che porterebbe avanti un atteggiamento xenofobo nei confronti dei Rom e lo accusano di aver risposto con insulti e minacce di sgomberi alle loro richiesta d'aiuto. Inoltre hanno protestato anche contro i ''costituendi Centri di identificazione per i richiedenti asilo che altro non sarebbero che una forma dei famigerati Centri di permanenza temporanei''.
La chiesa valdese di Firenze ha espresso solidarietà alla comunità Rom che vive tra il comune di Firenze e quello di Sesto Fiorentino, inviando un appello ai sindaci dei due comuni, rispettivamente Leonardo Domenici e Gianni Gianassi. I valdesi fiorentini, si legge nell’appello, ritengono "che il rispetto per la dignità delle persone e la tutela dei diritti umani più elementari siano dovuti ad ogni essere umano, indipendentemente dalla sua forza economica e sociale o dalla sua ‘popolarità’" e “che le eventuali colpe di singoli non possano ricadere su una intera comunita' o famiglia".
L’appello chiede che le istituzioni prevengano ogni tipo di razzismo e affrontino la condizione di disagio e rischio in cui vivono i Rom "attuando buone pratiche di accoglienza e integrazione anziché pratiche espulsive". La chiesa valdese fiorentina si impegna inoltre a collaborare a progetti alternativi per favorire l'integrazione.
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