È risultato positivo al test dell’alcol il 32enne che guidava l’auto coinvolta nell’incidente avvenuto nel dicembre scorso in provincia di Bergamo in cui hanno perso la vita padre, madre e una bimba di dieci anni che viaggiavano su una Fiat Punto. Si era messo al volante del suo Suv completamente sbronzo anche il 33enne che due mesi prima a Firenze ha ucciso una donna di 74 anni lanciandosi come una freccia contro una Ford Ka, per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine. Ubriachi la donna russa che, negli stessi giorni, nel chietino ha falciato una 27enne, il 70enne che nel reggiano ha travolto e ucciso un ciclista, l’uomo che in provincia di Napoli ha investito un bimbo di 10 mesi deceduto sul colpo. Come il 22enne Rom che pochi mesi prima, nell’aprile 2007, ad Appignano ha provocato una strage: il suo furgone impazzito ha stroncato la vita di quattro ragazzi. La più grande aveva 19 anni.
È un elenco senza fine quello delle tragedie su strada provocate nel corso del 2007 da automobilisti che si sono messi al volante dopo aver alzato troppo il gomito. A fermare la carneficina non sono, finora, bastate le decine di campagne di prevenzione lanciate negli ultimi mesi, proposte come quella delle etichette choc da applicare sugli alcolici.
L’impegno delle istituzioni nel settore è a tutto campo, ma i dati che fotografano la situazione attuale dimostrano che la strada per arrivare al traguardo, e cioè all’inversione di tendenza, è in salita: secondo un rapporto Aci-Censis sulle consuetudini di guida dei neopatentati italiani pubblicato a metà del 2007 e basato su 4 mila interviste, il 7,3 dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni include tra le proprie “abitudini” la guida in stato d’ebbrezza.
Il fenomeno non riguarda solo le fasce giovanili: secondo le stime della Società italiana di alcologia in Italia si contano circa un milione di alcolisti e tre milioni di bevitori eccessivi, “spalmati” su diverse fasce d’età. Dato che diventa ancor più significativo se si considera che alla guida in stato di ubriachezza, lo attestano anche i dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità, può essere indicativamente attribuito oltre il 30% degli incidenti stradali gravi o mortali.
A peggiorare il quadro generale è il fatto che sempre più frequentemente nei ragazzi (che rappresentano circa un quinto delle patenti attive) l’assunzione di alcolici si accompagna al consumo di sostanze stupefacenti, con conseguenze spesso drammatiche per la sicurezza stradale. Le rilevazioni svolte tra il 1998 e il 2005 dall’Onat (Osservatorio nazionale ambiente e traumi) su più di 30 mila giovani confermano: più di tre su quattro fanno uso di bevande alcoliche, più di uno su tre ha provato almeno una volta droghe, uno su cinque continua ad usarle. E ancora: un ragazzo su cinque tra i 18 e i 19 anni ha riferito di aver guidato almeno una volta in stato di ebbrezza nell’ultimo mese. Continua a leggere…
4 commenti:
Rimane da capire il perchè Marco Ahmetovic sia:
- l'unica persona ad essere stata arrestata dopo la tragedia;
- l'unica persona a cui è stata bruciata la casa dai "bravi cittadini", guarda caso non ancora identificati;
- l'unica persona che abbia subito un linciaggio sulla stampa nazionale.
Forse la sua colpa vera è quella di essere Rom...
Cazzate...aveva precedenti penali!!
al di la dei precedenti, penso che gli extracomunitari nulla facenti vadano espulsi...ogni stato deve accollarsi i propri deliquenti
per anonimo 1. ci risulta che molte altre persone con precedenti penali, condannate per omicidio colposo, non sono finite in carcere o agli arresti domiciliari. Marco Ahmetovic è stati arrestato e tradoto in carcere anche prima della condanna.
per anonimo 2. gli "extracomunitari nulla facenti" non sono automaticamente dei delinquenti.
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