"C'é un fuoco maligno che ancora non è stato spento. Così quando c'é magari un incidente autostradale, una rapina in casa o uno stupro, assume un velenoso valore consolatorio incolpare non il singolo individuo responsabile ma un'etnia intera". E' uno dei passaggi del discorso del ministro dell'Interno Giuliano Amato all'assemblea dei delegati del 'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) tenutasi a Firenze.
Un intervento quello del ministro dedicato "alla carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione", provvedimento varato da Amato nei mesi scorsi. "Ecco così che i rom - ha aggiunto il ministro - sono tutti ladri e rubano i bambini. Una leggenda metropolitana quest'ultima dura a morire. perché se si interrogano i rom, nella loro esperienza, siamo noi i ladri di bambini. O meglio i nostri assistenti sociali che vanno nei campi per tutelare quegli stessi bambini".
Il ministro Amato, intervenuto subito dopo il presidente dell'Ucei Renzo Gattegna, che ha aperto i lavori, ha ricordato che uno dei punti fondamentali della Carta è quello di ribadire principi in un tempo "fatto di comunità diverse per le quali è impellente esistere con le loro identità ma di riconoscersi in una 'societas' più ampia con diritti e doveri uguali". "Sono ovvietà - ha spiegato -. Ma perché questi sono argomenti che hanno ancora oggi bisogno di essere detti, ribaditi e ricordati? Il problema di oggi è capire perché vadano ribaditi nonostante tutte le lezioni che la storia ci ha insegnato".
Dopo aver ripercorso le basi storiche del razzismo e dell'antisemitismo ed aver sottolineato il pregiudizio di origine religiosa alla base di questi fenomeni, Amato ha detto che "il senso della carta dei valori non è nel convincere di quello che sostiene, quanto della necessità di praticare questi principi". "Non bisogna mai sollecitare - ha spiegato - quello che nel profondo può incitare l'uno a scagliarsi contro l'altro. Bisogna invece rimuovere il pregiudizio ed è per questo che si fanno le Carte dei valori. Ma è difficile arrivarci se la Storia viene manipolata e non solo dai politici. Oggi c'é una propensione ad aizzare verso il nemico. E questa è la strada più facile per distruggere la società".
"Il mio è un appello - ha continuato ancora - alle responsabilità, in primo luogo dei dirigenti politici di tutte le comunità di questo Paese". "Sono ovvietà che mi piace ribadire qui a voi - ha ribadito Amato -. A questa minoranza che in Italia e nel resto del mondo ha cercato di dare sempre nel bene comune e che si è trovata più volte nella storia messa da parte proprio nel nome del bene comune. Il vostro è stato un contributo che forse ha pochi uguali nel mondo".
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