Dijana Pavlovic, Rom serba, è nata a Vrnjacka Banja nel 1976. Dopo aver studiato all'Accademia di Arte Drammatica di Belgrado, nel 1999 si è trasferita a Milano dove lavora come attrice e mediatrice culturale. Dopo essere stata candidata nella lista di Dario Fo alle elezioni comunali di Milano, attualmente è candidata nelle liste della Sinistra Arcobaleno nel primo collegio della Lombardia per la Camera.
Dijana Pavlovic, in Italia, attrice dalla stagione 1999/2000 ad oggi, dopo aver ottenuto la "Segnalazione di merito" al "Premio Teatrale Hystrio", ha recitato in diversi spettacoli in lingua italiana tra cui:"Le lacrime amare di Petra Von Kant" di Fassbinder, al Teatro Elfo di Milano, regia di F. Bruni e E. De Capitani ; "Le serve" Genet , al Teatro Out Off di Milano, regia di L. Loris; " La felicità coniugale" di Anton Cechov, al Teatro Parenti di Milano, regia di R. Trifirò. Ha partecipato a diversi serial televisivi e ad alcuni film tra cui: "Provincia meccanica" di Stefano Mordini; "Una ragazza d'oro" di Tatiana Olear (a Milano Spazio Zazie in Aprile).
Dijana Pavlovic in questi giorni è stata vicino ai Rom dal “campo” della Bovisa a Milano (400 persone tra cui 150 bambini) ma i giornali hanno parlato di lei soprattutto per la sua candidatura.
Per Dijana Pavlovic più una candidatura simbolica, come per molti altri candidati in Italia, comunque, giacchè il suo nome compare all'ottavo posto nella lista del primo collegio in Lombardia, che le permette di tentare di sensibilizzare i cittadini alle problematiche del popolo rom, alle quali ne la sinistra ne la destra - afferma - hanno mostrato una reale “apertura”.
Il suo manifesto è molto chiaro sull'argomento: “destra e sinistra giocano sulla pelle dei rom” ed ancora “a destra come a sinistra la paura del diverso cresce”. Dijana Pavlovic si oppone nettamente alla politica degli sgomberi dei “campi nomadi” nati spontaneamente e contesta la soluzione proposta di quattro megacampi a Roma recintati fuori dal raccordo anulare. Contesta le espulsioni dei rumeni dopo il tremendo omicidio della signora Reggiani, sottolineando che si è trattato "di un provvedimento folle perché è stata una risposta inadeguata sull'onda dell'emozione per un assassinio che ha dei responsabili precisi, non un popolo intero.
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