giovedì 13 marzo 2008

La scuola ai Sinti

La scuola per noi sinti era ed è ancora oggi un problema. Nell’anno 1965/6 i bambini sinti di Bolzano andavano a scuola accompagnati da un Sinto che guidava un pulmino giallo con la scritta “scuolabus”.
Quasi tutti i bambini sinti frequentavano regolarmente le lezioni anche se erano pochissimi i maestri che lavoravano con impegno e pazienza. Al contrario i maestri che non interessati se studiavano e imparavano qualcosa erano troppi, erano la grande maggioranza. Non erano intressati se alla fine dell’anno c’erano dei risultati, positivi o negativi, se i bambini sinti erano bocciati o se dovevano ripetere la stessa classe anche l’anno dopo.
La scuola che frequentavo era su due piani: al primo piano i bambini Sinti, al secondo i bambini gagi. Non si poteva per nessun ragione al mondo andare al secondo piano, era proibitissimo! La proibizione era reciproca sia per i bambini sinti che per i bambini gagi.
Anche se si frequentava la stessa scuola i bambini non potevano frequentarsi o guardarsi o parlarsi, si potevano vedere soltanto di nascosto dai maestri. Perfino quando c’era la ricreazione all’aperto, durante la pausa panino/colazione non si poteva uscire insieme: si lasciava la classe a turno, prima i bambini gagi dopo… solo dopo potevano uscire i bambini sinti. Insomma non si poteva fare ricreazione insieme, non si poteva giocare insieme a pallone o qualsiasi altro gioco; i bambini sinti e gagi non si potevano frequentare, nemmeno alla fine delle lezioni. Lezioni che finivano in orari diversi.
Per i bambini sinti la scuola “lacio drom”, così la chiamavano, era certo peggio di quella di oggi e il razzismo forse era ancora più grande e forte di quello vissuto oggi. Per questo non ringraziamo solo le famiglie gage ma anche i maestri ed i direttori che alimentavano la discriminazione razziale, ostacolando e proibendo la convivenza reciproca fra bambini e di certo non erano i genitori dei bambini sinti a proibire tale convivenza tra bambini.
I bambini crescevano consapevoli della diversità tra Sinto e Gagio, gli insegnavano che cosa era la discriminazione e l’odio razziale ma non solo gli veniva anche insegnato che i Gage erano migliori, superiori a tutti gli altri e che i Sinti e i Rom erano sottoculture, minori delle altre: “gente di bassa plebe”.
Grazie a quegli insegnamenti, le rare volte che si potevano vedere, i bambini gage invece di dialogare o giocare con i bambini sinti, li deridevano, prendendoli in giro davanti a tutti, chiamandoli con disprezzo “zingari, zingari” e in altri mille modi diversi e così con la demoralizzazione nel cuore i bambini sinti si difendevano da tali assurde umiliazioni, arrivando anche a fare botte.
Grazie alla discriminazione razziale si fondarono delle piccole bande tra bambini sinti e gage, arrivarono perfino a mettersi d’accordo per incontrarsi di nascosto, per fare a pugni, ha vedere chi era il più forte, una lotta non solo di valutazione di forza… ma anche razziale, lotte tra bambini di un’età fra i 6 e 11 anni.
Bambini ancora piccoli, piccoli al punto che non potevano sapere che cosa era l’odio e la cattiveria ma avevano la certezza che era il modo giusto perché insegnato dalla stessa scuola.
Quando i maestri arrivavano a dividerli, non sgridavano o davano la colpa a tutti i bambini, ma la colpa era sempre e solo dei bambini sinti, e mai… dico mai dei bambini gage sono stati rimproverati. Anche perché i maestri non vedevano, oppure non volevano vedere e sapere, di chi era veramente la colpa.
Così ancora piccoli i bambini sinti sapevano già che non erano ben accettati, sapevano che erano malvisti dai Gage, crescevano con la consapevolezza d’essere odiati e derisi. Questo diede un valido motivo a parecchi bambini sinti a non rimanere per finire la seconda o la terza elementare, altri non vollero mai più frequentare la scuola.
Molto strano e curioso, il fatto che anche se a frequentare le scuole elementari c’erano parecchi bambini sinti e rom, ogni anno uno solo riusciva ad avvicinarsi alle scuole medie e questo non offre solo il sospetto ma da anche la conferma del totale menefreghismo da parte dei maestri e direttori d’allora.
D’accordo con un genitore i maestri portavano il bambino sinto a vedere la scuola media, gli facevano notare la diversità tra le scuole, volendo fargli credere che erano molto più belle e con moltissime altre funzioni, come palestre, piscine ecc. Gli spiegavano che nella scuola media tutti i bambini potevano studiare insieme in una classe che si poteva giocare insieme senza nessun tipo di problema o proibizioni e moltissime altre spiegazioni. Si…bello...ma…
Dopo avere visto e provato i lati negativi alle scuole elementari “lacio drom” (buona strada, in lingua sinta) come poteva sapere con certezza il bambino o la bambina sinta che l’interessamento di molti maestri ad insegnare fosse vero.
Come faceva a credere questo bambino che sarebbe stato davvero diverso alla scuola media, quando alle elementari i bambini gage gli davano addosso senza un minimo di riguardo o paura, immaginarsi alle scuole medie, da solo…un unico bambino Sinto, in mezzo a cento o più bambini gage.
Inoltre, se si parlasse con i Sinti che frequentavano le scuole “lacio drom” troveremmo di sicuro tante persone adulte che oggi non sanno nemmeno fare la propria firma e di certo ne troveremo pochi che sono arrivati alla quinta elementare e nessuno con la licenza di scuola media.
Parliamo di ieri senza renderci conto e senza ammettere che ancora oggi ci sono dei genitori gage che non hanno appreso niente dal passato, non si rendono ancora conto che i loro genitori avevano torto che non era giusto e vero quello che gli hanno insegnato. Oggi insegnano ancora ai loro figli gli stessi errori la discriminazione e l’odio razziale.
Oggi come ieri i genitori, i maestri e i direttori continuano nel loro intento nelle scuole elementari, già alle prime si continua ancora a permettere la discriminazione e l’odio razziale, permettono di deridere e prendere in giro i bambini sinti come 50 anni fa, facendo finta di non sentire e vedere, non vogliono capire che permettendo questo tipo d’atteggiamento e insegnamento, portano a scuola soltanto l’odio razziale verso altre etnie.
Non vogliono capire che se s’insegna ai propri figli dalla nascita ad odiare, l’odio peggiora la vita d’entrambi i bambini.
Facile dichiarare che i Sinti non vogliono integrarsi ma il difficile è ammettere che non si vuole integrarli. Forse, dopo tutto l’odio che hanno immagazzinato e diviso con i propri figli per anni, non ci riescono.
Dopo quello che è successo per anni, dopo tutto quello che ancora oggi succede, sia nelle scuole che fuori da esse, la discriminazione, invece di dissolversi, si sta evolvendo sempre di più, si sta permettendo la divulgazione dell’odio razziale verso il popolo sinto.
Come fa il Sinto a riuscire ad integrarsi! Come fa il Sinto a lavorare in mezzo ai Gage che già dall’inizio, senza nemmeno conoscerlo lo condannano come delinquente e subito discriminato e odiato…
Già di per se il lavoro non tradizionale, la scuola, lo studio, la lingua italiana… pongono problemi difficili per il Sinto, se ci mettiamo anche la discriminazione e l’odio come può riuscire il popolo sinto ad integrarsi!
Per tutte queste ragioni io non sono del tutto d’accordo con la signora Maria Grazia Dicati. Mentre parla di “Progetto di scolarizzazione per Sinti e Rom”e di “Progetto per l’esercizio del diritto allo studio anche per i Rom e i Sinti” e non menziona nemmeno in un accenno il bisogno di un “Progetto per il contrasto dell’odio razziale e della discriminazione subita dai bambini sinti nella scuola”.
Secondo la mia esperienza di ieri e quella d’oggi, prima di parlare d’altro… se vogliamo veramente un concreto e positivo cambiamento totale nelle scuole italiane, bisogna prima rimuovere non solo l’idea del razzismo dai pensieri negativi dei alunni Gage… ma urgentemente bisogna intervenire sugli insegnanti, i direttori e tutti quelli che permettono con mille: ma…sa…se…eccetera, eccetera tale assurde realtà di discriminazione. Radames Gabrielli, Presidente di Nevo Drom

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