Un condominio per un’ottantina di Rom, profughi dalla ex Jugoslavia, potrebbe essere ricavato dalla ristrutturazione di un edificio disabitato in via dei Laminatoi, a Cornigliano. I Rom sono quelli che abitano da sempre lo storico “campo nomadi” di Molassana e che sarebbero trasferiti nel fabbricato pubblico di Cornigliano per lasciare posto, negli stessi container di via Adamoli, a circa 150 Rom provenienti dalla Romania e oggi in gran parte accasati nell’ex Miralanza di Rivarolo.
Nel giro di tre settimane, infine, la vecchia fabbrica di detersivi, dove si sono installati la maggior parte dei romeni senza casa che campano di espedienti sotto la Lanterna, sarà sgomberata in risposta alle lamentele degli abitanti della zona, sempre più insofferenti alla presenza dei Rom. Su queste tre direttrici si svilupperà, entro l’estate l’azione, del Comune per tentare di risolvere una volta per tutte il rebus dei rom.
La questione è tra quelle più spinose attualmente nelle mani della giunta Vincenzi. Da mesi se ne occupano tre assessori, talvolta rimpallandosi i problemi: Francesco Scidone (Sicurezza), Massimiliano Morettini (Immigrazione) e Bruno Pastorino (Patrimonio). Sinora l’emergenza è stata affrontata a colpi di sgomberi, che continueranno ad oltranza. Nel giro di un anno, ne sono stati eseguiti almeno una decina.
Il più importante in via Greto di Cornigliano, lo scorso 18 marzo: la baraccopoli lungo il torrente è stata rasa al suolo. Su oltre cento rumeni sloggiati, una quarantina sono stati presi in carico dai Servizi sociali di Tursi che li ospita in albergo, si occupa dei minori e cerca di favorire l’inserimento lavorativo degli adulti. Quasi tutti gli altri Rom, di volta in volta allontanati dagli insediamenti abusivi sparsi nel Ponente, hanno eletto a propria dimora la vecchia fabbrica al confine tra Teglia e Rivarolo. Continua a leggere e partecipa al dibattito…
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