Ieri abbiamo incontrato alcune famiglie al Casilino 900. Prima di raggiungere il campo, siamo stati "messi in guardia" da alcuni cittadini che vivono nel quartiere: “Ma vi rendete conto di che rischio correte, a entrare in quel campo di zingari? Ma non li leggete i giornali? C'è sempre la polizia lì, oggi per un'aggressione, domani per una rapina o per spaccio di droga. Quelli sono come bestie: sfruttano i loro bambini e si nutrono anche di cani e gatti”.
L'ultima diceria è la più recente e nasce da una notizia diffusa da stampa e televisioni: con una "brillante azione" congiunta, la Questura, il Corpo forestale dello Stato, il Nucleo investigativo per i reati contro gli animali e l'Ufficio per i diritti degli animali hanno infatti confiscato ai Rom del Casilino 66 gatti e 36 cani.
“Tutti in pessime condizioni igienico-sanitarie e quasi tutti tenuti alla catena”, precisano i solerti funzionari, gonfiando il petto di orgoglio. La verità è la ben diversa: è vero che gli animali vivevano in pessime condizioni igienico-sanitarie, ma solo perché la politica razziale del Comune di Roma ha ridotto il campo in condizioni di miseria tragiche.
I gatti e i cani dei Rom che vivono a Roma - e che vengono difesi con tanta passione da un piccolo esercito di “amici degli animali”, mantenuto con il denaro pubblico - si trovano nelle stesse condizioni dei Rom che li accudiscono, condizioni che non è un eufemismo definire simili a quelle dei campi di concentramento nazifascisti.
Togliere ai bambini del Casilino 900 i loro animali domestici, che sono per molti di loro l'unico conforto in un'esistenza ben lontana da quelli che dovrebbero essere i “Diritti del bambino” e che versano in condizioni di salute pietose, è stata l'ennesima violazione, l'ennesima violenza morale (ma non mancano quelle fisiche!) commessa dalle autorità romane contro i Rom del Casilino 900. “Noi non mangiamo i cani e il mio cucciolo mi manca”, mi ha detto fra le lacrime una bimba di 5 o 6 anni.
Nonostante le voci, diffuse dalla propaganda razzista grazie alla complicità dei media, al Casilino 900 non vive una banda di criminali, ma circa duecento famiglie composte in prevalenza da bambini e ragazzini. Bambini: ecco l'umanità che si incontra nel campo. Decine di bambini terrorizzati dalle forze dell'ordine (“Quando mi si avvicina un poliziotto, io smetto di respirare e spero che non mi veda. Ricomincio a respirare quando se ne è andato via”, mi confida un ragazzino di circa 10 anni), affamati, spesso affetti da parassiti o infezioni, perché al Casilino 900 sono state interrotte sia l'erogazione di acqua (a parte una fontanella che getta un fiotto sottile come un rivo di pianto), sia quella di energia elettrica.
Così, nel 2008, nell'era delle più grandi conquiste della scienza e della tecnologia, nell'era in cui tuttiparlano di Diritti Umani, in una delle città più importanti del mondo, avviene che un popolo, il popolo dei Rom, sia costretto a vivere nelle condizioni dei ratti, in attesa dell'annunciata opera di disinfestazione, a cura del Comune di Roma. Abbiamo contattato autorità comunali e di forza pubblica, ma le loro risposte sono state sempre evasive: non pare vi sia una reale intenzione di provvedere a ripristinare l'erogazione di acqua e corrente elettrica né di fornire assistenza alle famiglie Rom.
Al contrario, ai capifamiglia che svolgono attività (piccoli trasporti, vendita ambulante ecc.) sono stati sequestrati gli autoveicoli e di fatto sono stati inibiti i loro mezzi di sostentamento. Le ruspe abbattono decine di baracche con i pretesti più disparati: dobbiamo allargare la strada per consentire l'eventuale passaggio dei vigili del fuoco, in caso di incendio; quella baracca era pericolosa perché costituita da materiale infiammabile ecc. Alcune famiglie, fra cui una con otto bambini, di cui alcuni malati, sono costrette a dormire sulla nuda terra, perché non è stato prevista neppure l'istallazione di roulotte, container o case mobili.
Un funzionario mi ha confessato la verità, riguardo alle operazioni: “Non si tratta di sicurezza, ma la sorte del Casilino 900 è già stata decisa, perché qui si faranno i lavori per la metropolitana”. E ha aggiunto: "Tenga conto che i politici devono anche ascoltare i cittadini e francamente qui gli zingari non li vuole nessuno. Non sarà una bella cosa, ma in tanti hanno costruito le loro campagne elettorali sulla promessa di mandarli via”. Quando gli ho chiesto se secondo lui si stava vagliando un'alternativa di campi di qualità, ben attrezzati e in linea con norme e convenzioni internazionali, si è messo a ridere e mi ha guardato con un'odiosa smorfia d'intesa, come per dire: “Ma le pare che quelli stano pensando al bene degli zingari di Roma?”.
Abbiamo presentato un documento propositivo al Presidente del consiglio del Municipio VIII, documento condiviso dai capifamiglia Rom che abbiamo interpellato e che provvederemo a diffondere capillarmente presso le Istituzioni romane, fermo restando che non abbiamo notato la benché minima apertura, da parte loro e che non deve essere questa la via maestra da seguire, se non vogliamo arrivare a uno sgombero-pogrom dagli esiti catastrofici. di Roberto Malini, Gruppo Everyone
9 commenti:
scusa...ma la motivazione del sequestro degli autoveicoli? per quanto riguarda gli animaletti dei bambini....beh....sono molto dispiaciuto. anche se non provo simpatia per voi, sentimento molto lontano, riconosco che c'è molto accanimento. una parte delle colpe è anche vostra però.
ciao Anonimo, ti invitiamo a visitare questo spazio web: http://it.youtube.com/reterom
beh....senza dubbio colpisce!i rom non sono di certo marziani ma anche lui riconosce che all'interno dei campi vi è chi prospera nell'illegalità, come dal'altro canto tra di noi.credo che odiarvi sia molto più semplice, perchè siete una realta molto circoscritta, identità culturale radicata e logisticamente rintracciabile.vediamo cosa succede con questo governo....
ciao Anonimo, le progettualità sostenute da Sucar Drom da tutte le associazioni aderenti al comitato "Rom e Sinti Insieme" sono improntate sulla partecipazione diretta dei Sinti e dei Rom e di conseguenza ad una responsabilizzazione diretta.
i problemi che ci troviamo ad affrontare sono essenzialmente di due tipi:
1) le amministrazioni comunali dopo anni di assistenzialismo paternalistico e caritativo non vogliono più spendersi;
2) le famiglie sinte e rom sono così impregnate dalle politiche assistenziali che sono sfiduciati e non credono che si possa cambiare la loro situazione.
Quindi il compito è arduo... noi ci crediamo ma abbiamo bisogno di sostegno.
La motivazione del sequestro dei veicoli è essenzialmente che erano privi di assicurazione, oppure provento di furto. Altri invece avevano grattato via dalla targa il materiale rifrangente, che permette di leggerla nelle ore notturne o essere vista dalle telecamere. A parte ciò, e soprassedendo sul fatto che molti occupanti del campo annoverano numerosi precedenti penali, credo che il buono che c'è nei buoni zingari, non deve essere solo proposto a parole, ma con i fatti: ad esempio basterebbero 4 semplici cose:
1) Allontanare i delinquenti
2) Rispettare le norme del codice della strada (assicurazione, targhe visibili, ecc)
3) Buttare la spazzatura in luoghi idonei
4) Evitare di smontare stazioni FS o metro per rubare il rame
In parole povere significa rispettare le regole non scritte di civiltà.
Se vi comportaste così, probabilmente attirereste molte più simpatie...la vita non è fatta di ricorsi a tribunali dell'Aja o associazioni pro ROM o anti ROM, ma di convivenza partecipata in una democrazia che, sopratutto in Italia, guarda con simpatia alle differenze culturali.
ciao Anonimo, chi sbaglia deve pagare ma certo non deve essere allontanato perchè altrimenti cade tutto il nostro ordinamento giuridico.
ad esempio, perchè nessuno ha chiesto l'allontanamento di Previti o di Tanzi o di...
la questione è che la democrazia e la convivenza si costruiscono offrendo a tutti pari diritti e pari doveri e non certo simpatia...
E' proprio questo il punto: A pari doveri corrispondono pari diritti. Se si cerca di arrivare ai diritti senza ottemperare ai doveri, allora si usa violenza verso il popolo che ti ospita...ed è questo il caso
ciao Anonimo, a noi non sembra proprio anzi siamo profondamente convinti del contrario. ne � prova il fatto che il Casilino 900 sia stato prima la casa del sottoproletariato romano, poi degli immigrati dal sud italia: tutte famiglie a cui � stata data una casa popolare.
non si riesce a capire la motivazione che porta a negare un alloggio decente a persone che sono in Italia regolarmente a partire dalla met� degli Anni Sessanta.
Peccato che la metà degli attuali abitanti del campo è irregolare e la stragrande maggioranza conta numerosi precedenti penali...tra cui molte condanne (quindi espellebili ai sensi del decreto firmato a novembre scorso). Coloro che sono colpiti da espulsione, tra l'altro, lo sono per motivi di giustizia...ma il nostro è il paese dei balocchi...dse rubo io una mela mi carcerano a vita, invece a questi signori gli diamo in premio permessi e case...perchè come saprai molti alloggi di via G. Morandi sono stati dati prorpio ai nomadi!! Io per primo non sono razzista ma per favore, non difendete coloro che vengono in italia perchè "se rubano una gallina nel loro paese si beccano 5 anni!"
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