sabato 3 maggio 2008

E se il "politically correct" creasse solo ulteriori barriere?

Il mondo sempre più “politically correct” delle grandi multinazionali americane serve davvero a garantire le donne e le minoranze di un equo trattamento e possibilità di carriera?
Non ne è convinto David Charters, che in un commento apparso su eFinancialcareeers.it spiega: “Sono abbastanza cresciuto da ricordare i giorni in cui era ancora possibile far circolare email contenenti scherzi e battute”, ma avverte, “Oggi le cose sono molto differenti. Ci sono programmi che scandagliano in continuazione le nostre email in cerca di parole ingiuriose, il training obbligatorio contro le discriminazioni viene accettato senza fiatare, e umorismo addomesticato e divertimento “ufficialmente orchestrato” sono all’ordine del giorno”.
Sembrerebbe un bene, ma Charters si chiede: “tutto ciò aiuta realmente qualcuno? Chiaramente coloro che si guadagnano da vivere sfruttando la cultura dominante oggigiorno, non ultimi gli avvocati, prosperano. Ma sono aumentate veramente le opportunità per le donne e le minoranze di raggiungere i vertici della professione?
Secondo me, no. Solo la vera competizione le fa aumentare”. E conclude: “Probabilmente, il politicamente corretto aggiunge un ulteriore e silenzioso peso sulle spalle delle donne e delle minoranze che cercano una carriera in ambienti dove le persone non si comportano necessariamente benissimo quando lo stress diventa troppo grande”.

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