mercoledì 21 maggio 2008

Ue, la direttiva 2004/38

Gran parte delle controversie politiche e giuridiche sulle espulsioni dall'Italia, spesso annunciate o minacciate, di cittadini comunitari (come rumeni o Rom rumeni, bulgari o ungheresi) sospettati di alimentare attività criminali, compiere piccoli furti e organizzare accattonaggio forzato, girano intorno all'interpretazione di alcuni passi di una sola direttiva, sempre citata dal ministro degli Esteri ed ex commissario europeo alla Giustizia, Franco Frattini. Si tratta della direttiva 2004/38, che riguarda il diritto dei cittadini dell'Unione europea, e dei loro familiari, di circolare e soggiornare liberamente all'interno degli Stati membri.
La direttiva prevede che qualsiasi cittadino dell'Ue ha il diritto di recarsi in uno Stato membro munito di una carta d'identità o di un passaporto validi, senza che gli venga imposto alcun visto di uscita o di ingresso. Per i soggiorni inferiori a tre mesi, la sola formalità imposta al cittadino dell'Ue è il possesso del documento d'identità o passaporto valido. Lo Stato membro ospitante, tuttavia, può richiedere all'interessato di segnalare la sua presenza sul territorio nazionale entro un termine ragionevole e non discriminatorio.
Il diritto di soggiornare per un periodo superiore a tre mesi è invece soggetto ad alcune condizioni: esercitare un'attività come lavoratore subordinato o autonomo; oppure disporre di risorse economiche sufficienti e di un'assicurazione malattia al fine di non divenire un onere irragionevole a carico dell'assistenza sociale dello Stato membro ospitante durante il soggiorno. A questo proposito, gli Stati dell'Ue non possono fissare l'ammontare delle risorse considerate sufficienti, ma devono tener conto della situazione personale degli interessati.

Proprio in riferimento a questa norma, una recentissima decisione del Consiglio di Stato francese (emessa lunedì 19 maggio) ha annullato una circolare che l'attuale presidente Sarkozy aveva emanato, da ministro degli interni, il 22 dicembre 2006, in cui precisava ai prefetti le "modalità d'ammissione al soggiorno e dell'allontanamento di cittadini rumeni e bulgari". Nella circolare, veniva fissato il livello di risorse economiche giudicate necessarie per poter soggiornare oltre i tre mesi, con un riferimento ai parametri, vigenti in Francia, del reddito minimo d'inserimento o degli assegni di solidarietà per gli anziani. La definizione dell'eventuale 'onere irragionevole', insomma, conferma il Consiglio di Stato, va fatta volta per volta e caso per caso.
Il Consiglio di Stato francese ha annullato anche le disposizioni della circolare Sarkozy secondo cui rumeni e bulgari potevano essere obbligati a lasciare il Paese dal momento in cui si stabiliva che costituivano un 'onere irragionevole' per il sistema sociale francese, in questo caso perché tale obbligo non è mai stato previsto dalla legge nazionale.
Ma questo punto è controverso anche nella direttiva 38, che non precisa che cosa succede a un cittadino Ue al quale le autorità locali del paese ospite rifiutino la residenza o l'iscrizione all'anagrafe, quando giudichino non soddisfatte le condizioni per godere del diritto di soggiorno. L'interpretazione corrente nelle istituzioni europee, comunque, esclude che questa situazione possa dar luogo a una espulsione automatica (praticabile solo per ragioni di ordine pubblico, di sicurezza o di sanità pubblica). Frattini, anche quando era commissario Ue alla Giustizia, libertà e sicurezza, aveva invece sostenuto la tesi che le ragioni economiche fossero sufficienti per procedere all'espulsione.
Proprio per aver sostenuto questa tesi, d'altra parte, Frattini è stato 'censurato' dal Parlamento europeo nel novembre 2007, con una risoluzione che ha avuto 306 voti a favore, 186 contrari e 37 astensioni. L'Europarlamento ha ritenuto che le dichiarazioni in questo senso rilasciate da Frattini alla stampa subito dopo l'omicidio della signora Reggiani fossero "contrarie allo spirito e alla lettera della direttiva 38/2004, direttiva che - sottolineavano gli eurodeputati nella loro risoluzione - gli si chiede di rispettare pienamente". ("Quello che si deve fare - aveva affermato l'ex commissario in un'intervista al 'Messaggero del 2 novembre - è semplice: si va in un campo nomadi a Roma, ad esempio sulla Cristoforo Colombo, e a chi sta lì si chiede: tu di che vivi? se quello risponde: 'non lo so', lo si prende e lo si rimanda in Romania. Così funziona le direttiva europea. Semplice e senza scampo")
La direttiva 38, fra l'altro, prevede chiaramente che sia soppresso il permesso di soggiorno per i cittadini dell'Unione. In pratica, questo vuol dire che un cittadino Ue può trovarsi in qualunque punto dell'Unione senza aver bisogno di un'autorizzazione a soggiornarvi da parte dello Stato membro competente, anche dopo che sono trascorsi tre mesi dal primo ingresso.
Restrizioni al diritto di ingresso e di soggiorno sono possibili, secondo la direttiva, e l'espulsione è dunque praticabile, solo per ragioni di ordine pubblico, di sicurezza o di sanità pubblica (per esempio in caso di epidemie). In nessun caso, invece, la decisione può essere dettata da ragioni economiche. La direttiva, inoltre, prevede che tutti i provvedimenti relativi alla limitazione della libertà di circolazione e di soggiorno devono rispettare il principio della proporzionalità e basarsi esclusivamente sul comportamento personale dell'interessato. L'esistenza di condanne penali non può automaticamente giustificare un tale provvedimento. Inoltre, il comportamento personale deve rappresentare una minaccia effettiva e sufficientemente grave, che pregiudica un interesse fondamentale dello Stato ospitante. La scadenza del documento (carta d'identità o passaporto) che ha consentito al cittadino l'ingresso nel paese non costituisce motivo sufficiente a giustificarne l'allontanamento.
In ogni caso, prima di adottare un provvedimento di espulsione dal territorio, lo Stato membro deve valutare alcuni elementi quali la durata della residenza nel suo territorio dell'interessato, l'età di quest'ultimo, il suo stato di salute, la sua situazione familiare e il grado di integrazione sociale nel paese che lo ha accolto così come i suoi legami con il paese d'origine.
Vi sono poi delle garanzie aggiuntive per i cittadini Ue che abbiano soggiornato nei dieci anni precedenti nello Stato ospitante o che siano minorenni, che solo in casi eccezionali possono essere oggetto di una decisione di allontanamento. Il provvedimento di rifiuto dell'ingresso o di allontanamento dal territorio deve essere notificato all'interessato e motivato, e devono essere indicati i mezzi di ricorso disponibili e i termini entro cui agire per invocarli.
Fatta eccezione per casi urgenti, il termine ultimo per lasciare il territorio non può essere inferiore a un mese a decorrere dalla data di notifica. In nessun caso, il provvedimento di divieto di ingresso può avere carattere permanente. L'interessato può presentare domanda di riesame della sua situazione entro tre anni.
Il diritto di soggiorno oltre i tre mesi è concesso anche agli studenti che seguono un corso di formazione, se dispongono di risorse sufficienti e di una assicurazione malattia per evitare di diventare un onere per il sistema di assistenza sociale dello Stato membro ospitante. Anche i familiari dei cittadini Ue che godano già del diritto di soggiorno possono accedere allo stesso diritto.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

non vi preoccupate troppo. tanto le elezioni per gli europarlamentari sono vicine ci sarà un ritorno della destra europea e le direttive filobulgare saranno carta straccia.
saluti

Anonimo ha detto...

ciao Anonimo, hai ragione ed è per questo che sono molto preoccupato...

Anonimo ha detto...

Esiste una via di mezzo?
Mi sembra chiaro che da quello scritto qua sopra uno (indipendntemente da dove provenga) può entrare in Italia non fare nulla, attingere a tutti i servizi, essere a totale carico dello stato e nessuno può dire nulla.
Personalmente non lo trovo corretto..tu Carlocosa ne pensi?

Anonimo ha detto...

scusami xpisp, cosa vuol dire per te essere a totale carico dello STato? Lo sai che lo Stato italiano non concede alcun sussidio o aiuto economico a nessuno , sia esso cittadino comunitario o italiano...
a differenza dello stato inglese, che per esempio, almeno fino al 2003, concedeva a ogni "nullafacente" (parole tue) anche italiano di entrare in Gran bretagna e campare con l'Income Support e l'Housing benefit ....

quindi mi chiedo come faranno a dimostrare che il comunitario "grava sulle risorse dello Stato" ,dato che lo stato non usa le sue risorse per la povera gente che ne ha bisogno.....
In italia i cittadini comunitari, che non hanno un lavoro , anche minorenni, versano in situazioni drammatiche in estremo bisogno, e senza alcuna assistenza.... proprio perchè non siamo uno stato Sociale...
le uniche forme di sussidio che lo Stato eroga senza aver dovuto pagarle prima (tramite il versamento dei PROPRI contributi ) è l'assegno di invalidità, credo e la pensione sociale agli anziani italiani nullatenenti....
NOn credo che ci siano orde di stranieri nullafacenti venuti in Italia sperando di ottenere l'invalidità - che deve essere dimostrata- o sperando di avere la pensione sociale al compimento dei 65 anni.....

Se poi mi sai dire quali sono gli altri sussidi che lo Stato eroga, mi farebbe piacere conoscerli, dato conosco tanti che magari ne avrebbero diritto ma ignorano la loro esistenza.....me per prima!!!!!
Flora

Anonimo ha detto...

mi vengono in mente l'istruzione scolastica e l'assistenza sanitaria....ma sono sacrosanti!!non li discuto....
Walter Veltroni

Anonimo ha detto...

Flora come dice sarcasticamente il signore qui sopra mi risulta che l'assistenza sanitaria sia riservata a tutti, l'istruzione è, come ha detto Carlo poco fa, disponibile e utilizzata dai rom.
C'è poi ad esempio da capire a chi costa l'elettricità dei campi abusivi...pensi arrivi direttamente da Odino?
C'è poi da capire se uno vive e non lavora...di cosa vive.
E' forte la sensazione che se si arrangia con qualche lavoro in nero..costa(pare che costi il lavoro nero..costa a chi paga le tasse e subisce concorrenza sleale, non dall'ultima ruota del carro ma da chi la sfrutta) o altro che costerebbe in termini di sicurezza.
Vorrei ricordare, visto che ne porti l'esempio, che in inghilterra la legge viene fatta rispettare rigidamente, per una fuga tra innamorati è detenuto un ragazzino italiano con l'accusa di rapimento, pensa se la legge fosse così severa qui(nei confronti di tutti prima che qualcuno fraintenda).

Anonimo ha detto...

ti ha morso la tarantola :)
walter veltroni

Anonimo ha detto...

l'istruzione è a prescindere dal reddito, quindi sia se tu lavori e paghi le tasse sia se tu lavori e non le paghi, sia se tu non lavori,quindi non rientra nell'essere un onere per lo stato....anche perchè non è detto che un comunitario debba per forza avere figli ....
l'assistenza sanitaria non è garantita a tutti...si possono iscrivere al SSN solo i comunitari che hanno un contratto di lavoro e devono dimostrarlo...
i senza documenti hanno diritto solo alle prestazioni urgenti e indifferibili....

che la legge non sia severa per tutti non è certo colpa dei migranti....
forse dei politici che hanno approfittato di questa poca applicazione nella legge grandemente....
lo dimostra il numero di inquisiti e condannati che abbiamo in parlamento....e nessuno di questi è rom o straniero, guarda un pò ...
sicuramente un plurinquisito non sarebbbe diventato premier in UK, nè uno che porta la celtica al collo sindaco di londra....

Anonimo ha detto...

Egregio anonimo...quindi secondo te un clandestino ha solo diritto ai servizi di emergenza?
Quindi quelle ukraina(ukraina è nell'unione dal..non ricordo) clandestina vicina di letto di mia moglie....che doveva subire un intervento procrastinabile..tanto che le hanno detto di presentarsi 15 gg dopo per l'intervento...era un caso unico?
Che sfiga le è capitata la medesima cosa la volta successiva.

I comunitari non hanno figli? bene visto che stiamo parlando in uno spazio dedicato ai rom, spazio dove non ricordo dove sono state date il rapporto dei minori rispetto alla popolazione rom...numeri sopra al 50%...hai ragione, che dirti.
Bada bene che sono contento che questi sercvizi siano erogati..semplicemente affinchè si continui ad erogarli non si può superare un certo limite tra il rapporto di chi paga e chi no(evasori compresi per intenderci!!)

Anonimo ha detto...

xpisp tu scrivi "semplicemente affinchè si continui ad erogarli non si può superare un certo limite tra il rapporto di chi paga e chi no(evasori compresi per intenderci!!)"

ma allora perchè non combattiamo l'evasione , che mi sembra un allarme sociale molto maggiore che la cosiddetta emergenza sicurezza , che non esiste , dato che i dati parlano di crimini addirittura in diminuzione!!!

come mai non si sente mai parlare di emergenza evasione fiscale, quando l'italia ha la peggiore evasione tra i paesi fondatori dell'UE?

Anonimo ha detto...

ma se la campagna antievasione è da mo che c'è.
se ogni giorno si sente parlare di ditte inesistenti per il fisco.
mi sa che fa rumore solo quello che si vuol sentire.
Mi risulta che la lotta all'evasione sia un argomento trattato da tutti i politici...certo non è che se si combatte su un fronte gli altri...si lasciano perdere.