martedì 20 maggio 2008

Il Tg1 alimenta la xenofobia per oscurare il Parlamento europeo

L'ultima notizia di cronaca viene da Catania e il Tg1 di questa sera da ampio spazio a un presunto tentativo di rapimento di una bambina da parte di due rom ma la stessa Polizia è poco convinta dell’accusa. E’ grave il tentativo del Tg 1 di minimizzare le notizie arrivate da Strasburgo, dove si è di fatto condannata l’Italia. Indecente l’intervento, sempre al Tg1 del Ministro Maroni che di fatto giustifica i pogrom di Napoli.
Oggi sono in molti a mettere in discussione la dinamica dei fatti di Ponticelli, con la camorra che sembra abbia montato ad arte il caso per poter liberare una zona occupata dai rom dal 1991, e da pochi mesi dichiarata edificabile. C'entrerebbe dunque poco la questione rom, cavalcata anzi dai clan, proprio approfittando della confusione e della propaganda del momento. Sta di fatto che il caso Italia si è alimentato anche di questi piccoli episodi quotidiani, e di una crescente intolleranza che ha fatto da contesto alla svolta elettorale, fino alle prime esternazioni del nuovo Ministro dell'Interno Roberto Maroni.
Oggi, proprio nel giorno in cui l'immigrazione clandestina diventa reato (la legge sarà approvata domani dal Cdm e poi presentata in Parlamento, e non sarà contenuta nel decreto del governo), il caso Italia, già discusso dalla stampa e amplificato dagli attacchi spagnoli, è approdato all'Europarlamento.
Un dibattito allargato, sia a livello di Parlamento che a livello di Commissione, sulle condizioni di vita dei rom, che partendo dal nostro paese ha coinvolto tutta l'Unione, producendo in conclusione "una direttiva europea contro ogni tipo di discriminazione" insieme con "un'azione di agevolazione e coordinamento delle politiche nazionali per l'integrazione".

Come dire che Strasburgo, nel giorno stesso in cui viene discusso in seduta plenaria il problema dei rom, ammonisce l'Italia ed indica come "necessario e urgente" un intervento normativo per mettere al bando le discriminazioni ancora esistenti, siano relative alla razza, all'età, alla fede religiosa, alla sessualità o alla disabilità. Come ha spiegato l'eurodeputato del Pd, Patrizia Toia "con il voto di oggi il Parlamento europeo ricorda a Josè Manuel Barroso e alla Commissione europea la promessa fatta di presentare entro questa legislatura una direttiva orizzontale in materia di discriminazioni".
La sessione, cominciata alle 17, ha visto prendere parola subito il Commissario europeo Vladimir Spigla, che ha spiegato senza mezzi termini che "la Commissione europea condanna ogni tipo di violenza contro i rom" e che "i fatti come quelli di Ponticelli non sono casi isolati , la violenza politica e xenofoba è un fenomeno diffuso in vari paesi membri". A maggior ragione si è ribadito, pur senza voler generalizzare il problema, la necessità di non prendere misure indifferenziate contro rom e clandestini. Il Commissario infatti ha precisato che "le espulsioni sono possibili solo caso per caso" e sono una "misura urgente", lasciando in qualche modo aperta la porta ai provvedimenti di Maroni, ma allo stesso tempo sgridando la mano dura del governo Berlusconi e forse anche il clima di intolleranza che sta risucchiando l'opinione pubblica italiana. Nel suo intervento Spidla ha stigmatizzato "la violenza razzista che si nutre di populismo", parlando di "un fenomeno che riguarda molti stati membri, chiedendo all'Italia, ma anche a tutti gli stati membri, di fare di tutto per migliorare l'inclusione sociale" dei rom offrendosi come coordinatore. I rom, tiene a sottolineare, sono "cittadini come tutti gli altri", per cui serve uno sforzo congiunto per spezzare il circolo vizioso della violenza e della disperazione".
Al dibattito hanno preso parte anche la deputata Mohacsi, secondo cui "non è vero che c'è stato il tentato rapimento del bambino dei sei mesi" e il socialista Schultz, ideatore del confronto odierno fortemente voluto dal Pse, che ha garantito che "non c'è nulla contro l'Italia", a conferma di quanto aveva sostenuto ieri, dicendo che "non è un problema solo italiano".
Non a caso, Schultz in precedenza aveva parlato al telefono con il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, per evitare che il dibattito sulla situazione dei rom in Europa potesse diventare terreno di scontro fra l'Ue e l'esecutivo nostrano, "non essendo un problema che emerge con il nuovo governo perchè esiste da tempo", e che l'obiettivo è soltanto quello di "impedire che quanto sta accadendo in Italia si ripeta anche in altri Paesi". A dirla tutta non sono solo i socialisti europei a guardare con perplessità a come la vicenda rom viene affrontata in Italia. Basti per tutti il capogruppo dei Liberaldemocratici Graham Watson che, dicendo sì alla discussione in assemblea, aveva spiegato di ritenerla necessaria perché in Italia "si è raggiunto verso le comunità di immigrati un livello di violenza inusuale", dovuto anche - secondo il leader dell'Eldr - alla natura della recente campagna elettorale che "ha portato avanti una cultura dell'impunità" per coloro che attaccano gli stranieri.

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