E’ emerso in maniera esplicita, - viene dichiarato all’interno della nota stampa di Costanza Florimonte (in foto), della segreteria CGIL Imperia - un atteggiamento diffuso di sospetto, se non di razzismo ed intolleranza nei confronti degli “zingari”, italiani e immigrati. Al fine di contrastare questi atti, alcuni operatori esperti nel campo dell’immigrazione e dei problemi sociali, con diverse ispirazioni politiche, culturali e religiose, hanno lanciato un appello, a cui è possibile aderire firmando, nelle sedi della CGIL di Imperia. L'appello propone all’attenzione del governo nazionale, regionale e locale, dei media, nonché degli operatori sociali così come di quelli di polizia alcuni punti fondamentali:
- Combattere la campagna mediatica volta a creare atteggiamenti razzisti e xenofobi nei confronti degli zingari, ma anche dell’immigrazione in generale.
- Adottare efficaci politiche di sicurezza e chiudere i campi nomadi, in quanto ghetti e fonte di emarginazione ed illegalità, incentivando misure di vera accoglienza ed integrazione di queste comunità; i “campi nomadi” sono costosi, perpetuano le discriminazioni, ostacolano una reale integrazione. Sono anche una ‘zona grigia’ di illegalità, su cui occorre che sia fatta luce, per tutelare in primo luogo i più deboli tra coloro che vi vivono.
- Procedere ad un vero e completo censimento dei singoli e dei nuclei familiari di “zingari” presenti in Italia, come primo passo verso misure di integrazione diversificate ed efficaci;
- Per i minori e i giovanissimi, nati e vissuti nelle baracche, occorre prevedere con coraggio e creatività opportunità di integrazione e anche di cittadinanza, capaci di rompere un circuito davvero infernale di sottrazione di futuro;
- Ridurre i casi di espulsione solo per le persone che non hanno titolo o che hanno commesso reati legalmente comprovati; chi ha tale titolo, inoltre, deve essere trattato con rispetto e dignità. Prevenire le condizioni di emarginazione, miseria e criminalità sarà sempre più razionale e anche più economico che reprimerne gli esiti.
- Occorre un’integrazione tra il livello europeo, quello nazionale, quello regionale e comunale: occorre evitare infatti che la sindrome del ‘non nel mio cortile’: i rom non sono immondizia.
- Mantenere la memoria collettiva del Porajmos, anche incentivando la ricerca storica sui campi di concentramento costituiti dal governo italiano nel periodo fascista, un evento rimosso e colpevolmente dimenticato.
- Incoraggiare la voce dei Rom e Sinti italiani, che ad oggi sono l’unica minoranza linguistica storica del nostro Paese a non godere di alcuna tutela: auspichiamo che sorga un’associazione rappresentativa della comunità “zingara” italiana.
La denigrazione verbale, genericamente diretta a queste comunità – commenta Florimonte - ed anche gli episodi di aperta violenza e razzismo nei loro confronti, non possono essere tollerati. E' necessaria una politica che si basi sulla sicurezza dei singoli e della collettività, che parta dall'analisi delle cause che portano ad una maggiore devianza tra queste persone (come emarginazione sociale e culturale, assenza di politiche d’integrazione) offrendo misure atte a governare davvero l’immigrazione, ad le politiche di sicurezza con quelle di accoglienza ed integrazione.
Ecco le sedi dove si può firmare: Imperia, via De Sonnaz 10; Sanremo, via Morardo 11; Ventimiglia, via Sottoconvento 42; Bordighera, via Marconi 8; Arma di Taggia, II Traversa via Cornice, 9; Diano Marina, via Milano 19.
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