domenica 11 maggio 2008

Sicurezza, i neo-con italiani si svegliano?

Pubblicato oggi un editoriale su Il Foglio che affronta si la questione sicurezza ma, dopo mesi di silenzio, anche uno dei quotidiani neo-con incomincia a chiedere il rispetto dei principi della civiltà giuridica e condanna la criminalizzazione delle minoranze rom e sinte. Noi di sucardrom speriamo non rimanga solo un piccolo sasso in un mare oramai in tempesta.

La questione della sicurezza è un problema reale, non è una questione di “percezioni”, e la percentuale di reati commessi da immigrati basta da sola a far capire in che direzione deve muoversi l’azione di prevenzione e repressione della criminalità diffusa.
Ci sono poi delle questioni specifiche, come quelle degli accampamenti dei Rom, che essendo di nazionalità rumena non sono extracomunitari, dove spesso si annidano vere e proprie associazioni per delinquere coperte dalla più ampia omertà.
È necessaria un’iniziativa immediata e decisa, ma è importante che essa non venga costruita per ottenere un facile successo di immagine, ma per conseguire risultati concreti sul terreno della sicurezza senza infliggere lesioni ai principi della civiltà giuridica.
Passare dalla repressione dei crimini perpetuati da alcuni Rom alla criminalizzazione della loro etnia in quanto tale è facile, fa già parte da decenni del senso comune, ma naturalmente è ingiusto.
Anche richiedere la certezza della pena, per evitare che condannati per reati come rapina e stupro se ne vadano in giro a ripetere le loro gesta odiose, è giusto.
Passare da misure indirizzate specificatamente a dare risposta a questa esigenza a un giro di vite generalizzato sulle garanzie per gli accusati è però un rischio che bisognerebbe a tutti costi evitare. Le misure alternative alla detenzione in carcere, la sospensione condizionale della pena, i provvedimenti per attenuare il carattere affittivo delle pene (aumentato dal sovraffollamento carcerario) sono elementi del sistema di garanzie.
Si pensa di togliere loro il carattere praticamente automatico attualmente vigente, ma questo significa aumentare ulteriormente il potere discrezionale di una magistratura che non sempre ne fa un uso equo (e che non è sottoposta a un controllo effettivo sulla sua azione).
Nell’immediato, i cittadini applaudiranno ogni misura adottata per la sicurezza, ma alla fine se le loro libertà e le loro garanzie saranno ridotte, sarà il livello di civiltà del paese a pagarne il conto.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Che è successo a Napoli? Oggi tutti i giornali parlano e sparlano di Rom che cercavano di "rubare" una bambina, rimettendo in circolo luoghi comuni e pregiudizi triti e ritriti. Riuscite a fare un po' di controinformazione su questo caso? Sarebbe prezioso, e potremmo farlo circolare in vari siti e blog.

Un abbraccio a tutti
sergio bontempelli

Anonimo ha detto...

Sull’episodio ho le stesse notizie apprese dai “media” che prospettano per le famiglie italiane un vero e proprio “incubo”: la possibilità che qualcuno, in un qualche modo protetto dal suo “disagio”, possa facilmente ed impunemente “rubare” tuo figlio.
La vicenda di Maria Feraru, madre di sette figli di cui uno poliomielitico, arrestata nello scorso mese di agosto con l’infamante accusa di aver tentato di rapire un bambino, sulla spiaggia di Isola delle Femmine nel Palermitano, dovrebbe consigliare maggiore prudenza.
Certo che a Napoli, ultimamente, ne accadono di cose strane. Sempre a Napoli, ad aprile, la notizia di una bambino Rom, di soli due anni, malmenato perché rifiutava di chiedere l’elemosina. La notizia subito dopo si è persa nei meandri della cronaca: mentre arrestavano l’aguzzino, sotto gli occhi della stessa polizia, il bambino si allontanava con una donna, facendo perdere ogni traccia. Mahhh…
Purtroppo non a caso si parla di “bambini invisibili”.
Invisibili a tutti… spesso anche a chi “istituzionalmente” dovrebbe rappresentarli e difenderli.
Questa ragazza di 16 anni o poco più, probabilmente, è del tutto “sconosciuta”, nessuno sa niente della sua vita. Sembra che in passato si sia resa protagonista di qualche piccolo furto d’appartamento e, per questo, affidata ad una Comunità da dove “invisibile” è ben presto sparita per ritornare in uno dei tanti “non luoghi”.
Rileggendo l’episodio di cronaca, alcune considerazioni:
- grazie a Dio si è evitato un vero e proprio “linciaggio”: sottratta all’ira del quartiere, presa a schiaffi e calci, una sedicenne, senza che nessuno intervenisse e senza che nessuno sapesse, nell’immediatezza degli eventi, cosa realmente fosse accaduto;
- la ragazza era indiscutibilmente da sola (il nonno del bambino riferisce che non c’era nessuno ad aspettarla) il che, a mio avviso, apre seri dubbi sulla possibilità che si trattava di un vero e proprio rapimento;
- il clima di odio verso il diverso, lo zingaro, il clandestino, l’immigrato ha ormai raggiunto livelli inacettabili.
Con buona pace dei nostri “nonni” che in America, Inghilterra, Germania, Svizzera, Argentina, Australia… nel Mondo, hanno dovuto sopportare questo prima di loro compresi i “linciaggi”.
Giancarlo

Anonimo ha detto...

Una domanda Giancarlo, secondo te se a trovare con una bambina invece di una "zingara" avessero trovato un uomo...quindi pedofilo...non l'evrebbero linciato?
Vorrei ricordare che solo poche settimane fa una persona(italiana) che in un incidente automobilistico(si parlava di malore) ha ucciso madre e figlia è stata salvata dal linciaggio dalla polizia.
Gli animi sono caldi ma pare non facciano molta differenza su chi sia il colpevole, giusto approfondire ma....non vittimizziamo swnza anche lì il dovuto approfondimento.
Certo che se realmente è entrata in una casa per prelvarlo....di dubbi ne restano pochi...o no?!

Anonimo ha detto...

scusate ma se era stata una sedicenne italiana a tentare di rapire una bambina , non si sarebbe forse andata a cercare qualche spiegazione di disagio psicologico relativo alla sedicenne, o forse di "valori" (come nel caso degli skin di verona? - la destra ha detto "non è politico, è mancanza di valori")

allora perchè questo caso dovrebbe essere valutato differentemente da un caso con protagonista una sedicenne italiana....della quale si sarebbe detto appunto che forse era disturbata, che magari aveva perso un figlio, che era stata abusata ,che comunque era una minorenne...ecc ecc....

ebbene le stesse valutazioni vanno applicata a questa sedicenne, il fatto che sia rom, o turca o cinese o italiana, non dovrebbe cambiare la reazione....

quello che va condannato e stigmatizzato con forza da noi tutti e tutte è che un caso isolato come questo e comunque un (eventuale- perchè ancora non si sa bene che sia successo) crimine di cui è responsabile una singola persona venga sempre preso a pretesto e strumentalizzato da i politici sia di destra che del pd -vedi caso di roma con veltroni - per criminalizzare un'intera etnia o nazionalità...non credete?

Anonimo ha detto...

xpips… ragioniamo. Secondo te, come mi è capitato di sentire ieri sera a “Chi l’ha visto”, 50 persone che prendono a schiaffi e calci una sedicenne, senza cognizione di causa, è un fatto che rientra nella normalità?
Per me è un fatto di una gravità inaudita, segno dei tempi che stiamo vivendo.
Sinceramente, qualche dubbio sulle reali intenzioni di questa ragazza continuo ad averlo: solo leggendo la cronaca noto alcune discrasie nella ricostruzione dei fatti, non penso che poteva essere una sua iniziativa autonoma e sono portato a credere che sia entrata in casa solo per rubare soldi o qualche oggetto.
Ma continuando in questo nostro ragionamento, ribaltiamo la situazione e ti chiedo: secondo te rientra nella normalità che una ragazzina di 16 anni, forse in assenza della Famiglia, invece di stare a crogiolarsi nelle “difficoltà” tipiche dell’età (la scuola ed il Prof. che rompe, quel ragazzo così bellino ma così stronzo, l’amica che amica non è…) per vivere sia “costretta” a vivere di espedienti, inventandosi la “vita” giorno per giorno?
E se fosse lei la prima ed inconsapevole vittima?
Io concordo quasi su tutto quello che ha scritto Flora… ma aggiungo che il caso specifico, gravissimo in tutti i suoi aspetti (il presunto rapimento, il tentativo di linciaggio, la minaccia di mandare a fuoco il vicino campo) evidenzia a mio avviso altrettante gravissime responsabilità. Stiamo parlando di un minorenne e per la Legge Italiana, una delle più avanzate in Europa, i meccanismi a loro difesa sono tantissimi e mi chiedo se questa ragazza, che già aveva qualche piccolo precedente nel furto e che per questo era stata già “assegnata” ad una Comunità dalla quale era scappata, sia stata adeguatamente seguita dai Servizi Sociali che l’avevano in carico: quali strategie, quali interventi, quale coinvolgimento della Famiglia se esiste, quale azioni sono state messe in atto per evitare che subito scappasse per tornare a “delinquere”? Approfitto dell'occasione per chiedere al Responsabile dell’Opera Nomadi di Napoli se solo la conosce questa ragazzina, la sua storia ed il suo dramma e l’attenzione che l’Opera ha avuto ed avrà nei suoi confronti, se sarà possibile garantirle una buona "difesa" aldilà dei pregiudizi, se intende vederci chiaro sulle responsabilità dei Servizi Sociali, se e quali azioni intende intraprendere a "tutela" della ragazza ed attraverso quali delicati meccanismi si può tentare un suo reinserimento in questa schifezza di società.
Giancarlo

PS - Sergio Bontempelli di Africa Insieme vero? Hai per caso notizie di Maria Lacatus e del suo giovane sposo? Dove vivono adesso? è nato il bambino?

Anonimo ha detto...

Ricordo l’episodio del bambino “rubato” al supermercato e ritrovato dopo poche ore a casa di una signora con seri problemi psichici.

La storia dei Rom che "rubano" i bambini si raccontava sin da quando ero piccolo (ricordo anche un film di Stanlio ed Ollio, loro però erano zingari buoni) ma è stato negli anni ’90 che ha raggiunto la sua vera dimensione di “Leggenda Metropolitana”: lo scenario era sempre lo stesso, il supermercato, il bambino nel carrello, il carrello vuoto, le grida della madre, le porte che si chiudono, le ricerche, il ritrovamento nel bagno in compagnia degli zingari con i capelli rasati ed il viso “imbrunito” per meglio confonderlo. Negli U.S.A. gli zingari erano sostituiti dai portoricani ma la storia era sempre la stessa.

Nella realtà non esiste una “casistica” legata a questo fenomeno. Consultando il sito della Polizia di Stato

www.bambiniscomparsi.it

l’argomento non viene neanche accennato e se fosse stata una vera emergenza penso ne avrei trovato notizie. Per tornare alla realtà, sempre leggendo sul sito, mi sembra di capire che l’80% delle scomparse rientrano nella categoria degli “allontanamenti volontari o delle sottrazioni operate dai genitori stessi”.
Ed in questi “rapimenti” rientrano anche i bambini sfruttati per l'accattonaggio, ma non italiani… figli di famiglie disgraziate dell'Est Europeo, spesso considerati unica vera fonte di reddito.
Brutta storia, e qui puoi leggere tutto il dramma di un Popolo: segno di disperazione ma che non rientra nella “Cultura” Rom perchè se così fosse, sarebbe anche “roba” nostra, se solo consideri che molte famiglie povere italiane, nel più recente passato, hanno fatto lo stesso quando gli emigrati brutti, sporchi e cattivi eravamo noi italiani.
Laura Tudisco e Roberto Malini del Gruppo EveryOne, infine, affermano, con certezza di dati, che: “…negli archivi della magistratura e delle forze dell'ordine quell'odioso crimine che ha indotto nei cittadini italiani tanto odio contro i Rom non esiste. Non esiste nel breve periodo e non esiste nel lungo periodo: nessuna sentenza passata in giudicato né flagrante reato dal 1900 al 2008”.

http://www.annesdoor.com