“Attacchi biecamente strumentali, che dimostrano un isterismo xenofobo”. Così il sindaco di Venezia Massimo Cacciari definisce le reazioni suscitate dalla decisione della Giunta comunale di confermare la volontà di realizzare il nuovo insediamento per le famiglie di Sinti italiani.
“Ricordo che si tratta di persone che ormai da trenta e più anni vivono nella terraferma veneziana - aggiunge Cacciari - la costruzione del nuovo campo risolve i problemi oggi costituiti dalla vicinanza ai complessi abitati del campo attuale, ben più grande di quello che si va a costruire e nato alla fine degli anni '70 grazie all'opera umanitaria di mons. Valentino Vecchi. Nello stesso momento, rappresenta una sistemazione dignitosa per le famiglie che devono viverci. Si tratta in realtà dello spostamento di alcune centinaia di metri, in una zona del tutto adatta, di una quarantina di famiglie Sinti che sono a tutti gli effetti e da tempo cittadini veneziani e quindi il nuovo campo nulla ha a che vedere con un 'campo nomadi', ne' con la presenza di clandestini o immigrati irregolari: infatti i Sinti ospitati nel campo hanno un lavoro regolare e non usufruiscono di alcuna forma di assistenza pubblica e in particolare del minimo vitale”.
“La politica dell'amministrazione comunale - prosegue Cacciari - è quella di favorire l'integrazione e nello stesso momento controllare e reprimere tutti i fenomeni e i comportamenti contrari alla legge. La semplice attività repressiva o di 'integrazione forzata' non e' destinata a produrre alcun effetto, se non altre tensioni e ad alimentare risposte incontrollate. E' bene infine che tutti ricordino che conformemente a questi indirizzi il Comune di Venezia ha gestito sin dagli anni '90 il fenomeno della presenza dei campi nomadi nel nostro territorio. Chi ora attacca l'opera dell'amministrazione comunale dovrebbe avere ben presente che allora vi erano nella terraferma mestrina, oltre al campo di via Vallenari, anche i veri e propri campi nomadi di San Giuliano e Zelarino, con una popolazione stanziale di 700-800 persone e con presenze occasionali superiori al migliaio. Praticamente da sola e senza aiuti, l'amministrazione comunale mediante l'attività di controllo, prevenzione, prima di tutto integrazione e, quando necessario, attraverso le espulsioni, ha di fatto eliminato questi due campi senza che si registrassero momenti di tensione e di scontro particolari”.
“Attacchi biecamente strumentali come quelli scatenati oggi - conclude Cacciari - oltre a dimostrare, questa volta sì, un isterismo xenofobo, non potranno che alimentare artificiosamente paure, insicurezze e odi, fino a risultare oggettivamente responsabili di conflitti e lacerazioni che nessuna politica repressiva saprebbe poi rimediare”.
1 commento:
Mi fa piacere che un filosofo dia del razzista al suo popolo, si tratta anche questa di un'offesa di chi non ha orecchie per ascoltare. Inoltre devo dire che Cacciari non ha viaggiato molto nei paesi dell'est, e neanche nel resto del mondo. Probabilmente ignora completamente la situazione globale delle relazioni tra i costumi dei popoli. Ma poi siamo tutti italiani, e quindi dovremmo fare tutti la fila per le case popolari. Ma forse per Cacciari e gli altri, ci sono poveri di serie A e poveri di serie B.
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