“Li ho visti anche ieri sera quei due, sul loro motorino, come le altre volte, che passano e dicono che devono bruciarci e ci chiamano bastardi e brutti zingari, come hanno visto fare a Napoli. Ieri sera, però, non hanno detto nulla, c'era già il fuoco, li ho visti in lontananza, forse erano venuti a godersi lo spettacolo”.
Azdovic Idriz, rappresentante della comunità Rom che vive nel “campo nomadi” di Barletta, a Barberini, è convinto che qualcuno abbia dato fuoco alla baracca distrutta dalle fiamme alle 23 del 16 giugno scorso. La baracca era temporaneamente disabitata e nessuno è rimasto ferito a causa dell’incendio.
Anche di fronte al fatto che, secondo i vigili del fuoco, non ci sono elementi certi che le fiamme siano state appiccate, Idriz insiste. “E' vero – dice – che non ci sono tracce di un incendio appiccato da qualcuno,- ma le fiamme bruciano tutto ed è difficile, dopo, dire perchè c'è stato un incendio, le fiamme non nascono dal nulla”.
Ieri mattina Idriz ha avvisato i proprietari della baracca distrutta, una famiglia che ha lasciato Barletta da qualche tempo per andare in Montenegro ma che tra poco sarebbe tornata a Barletta. “Non credevano a quello che gli ho detto – racconta – ora dovranno ricostruire la loro casa: anche quel poco che c'era lì dentro è stato distrutto”. Masserizie, tre bombole di gas, quasi esaurite, e altri pochi oggetti erano nella capanna bruciata, niente altro.
I vigili del fuoco, che hanno spento l’incendio, sono tornati anche stamane, insieme con i carabinieri di Barletta, per accertare, di giorno, che non vi fossero elementi trascurati nella notte per dire che le fiamme sono riconducibili a qualcosa e a qualcuno, e – a quanto viene reso noto – non li hanno trovati.
“Io e la mia famiglia, perchè siamo una famiglia – aggiunge Idriz – viviamo qui da quasi trent'anni e siamo benvoluti da tutti, non solo nel quartiere, ma anche a Trani, ad Andria: i nostri figli frequentano le scuole di questa città”.
“Se a dare fuoco alla nostra baracca sono stati quei ragazzini e sono del quartiere – conclude – io parlerò con i loro genitori, qui ci sono solo amici, e cercheremo di mettere tutto a posto perchè questa volta non è successo nulla, nessuno si è fatto male, ma se non fosse andata così come avrebbero potuto stare a posto con la loro coscienza?”.
La scuola è finita il 10 giugno scorso, e i bambini del “campo” erano lì stamane. Una piccola si avvicina: “Frequento la terza elementare in via Paolo Ricci – dice – e mi piace scrivere, sono brava”. Alla domanda se racconterà in un tema quanto accaduto ieri sera risponde: “Non lo so, che cosa è successo ieri sera?”. “Niente – le dice la mamma – niente, dormivi”.
«Il sentimento per quanto accaduto, qualora le forze dell’ordine accertino che si sia trattato di un atto di violenza, è di dura condanna e biasimo». Così afferma Luigi Terrone, assessore comunale alla sicurezza e legalità del Comune di Barletta, a proposito dell’incendio che nella tarda serata del 16 giugno nel "campo nomadi" alla periferia della città ha distrutto una baracca temporaneamente disabitata. Un episodio sul quale indagano i carabinieri di Barletta.
Se fosse un atto doloso, sarebbe – per Terrone – la prima volta che una cosa del genere accade in 30 anni di convivenza civile e pacifica tra i rom che vivono nel "campo" e i barlettani: «questo – aggiunge – crea sgomento e preoccupazione». «La città – conclude – deve prendere una posizione univoca e netta perchè quelli sono cittadini barlettani e a quanto accaduto va data una spiegazione».
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