Una ventina di sindaci delle città medio-piccole e il ministro dell'Interno sono d'accordo: ai primi cittadini servono più poteri in materia di sicurezza urbana e più risorse per le politiche di repressione ma anche di integrazione e di aiuto ai più deboli. L'incontro dei firmatari della “Carta di Parma” (siglata mesi fa) tra i quali i sindaci di centro destra come di centro sinistra, con il responsabile dell'Interno Roberto Maroni, ha trovato un comune denominatore su alcune richieste che il ministro si è impegnato ad accogliere, in parte nel decreto sulla sicurezza che va all'esame del Senato, in parte ad esaminarle dopo che saranno formulate come emendamenti al disegno di legge che integra il decreto.
Le richieste comuni - le ha riassunte il sindaco di Parma Pietro Vignali al termine del summit - riguardano la possibilità di emettere in via ordinaria, non più solo per carattere di urgenza, ordinanze su diversi ambiti che riguardano il contrasto al degrado urbano (occupazione abusiva, danneggiamento, vandalismi, ritiro e concessione licenze), risorse per finanziare le politiche (potenziamento forze dell'ordine, inclusione-integrazione), che devono stare fuori dal patto di stabilità per gli enti locali; poi revisione dell'ordinamento sull'armamento della polizia municipale ed infine accesso alle banche dati del ministero.
Chi ha avanzato la richiesta più forte non condivisa dai sindaci del centro sinistra è stato il leghista Flavio Tosi, sindaco di Verona, che ha sollecitato l'inserimento nel decreto del fermo di polizia municipale per i comportamenti contro la sicurezza urbana, (dal vandalismo all'ubriachezza molesta). Ventiquattro ore in cella di sicurezza (perché certi comportamenti non abbiano a ripetersi), ma anche "un segno da parte delle pubbliche amministrazioni che chi sbaglia paga". Contrario il sindaco di Padova Flavio Zanonato (Pd) "capisco che ci sono dei problemi, ma dall'habeas corpus è sancito che solo il magistrato può togliere la libertà".
Il ministro Maroni dalla parte sua nella conferenza stampa seguita alla fine dell'incontro si è limitato ad osservare che era una richiesta dell'ultima ora senza dire né sì né no: "E' un'esigenza posta dai sindaci, il sintomo di un problema reale. La valuteremo". Il ministro ha così preferito insistere sulla convergenza sugli altri punti per arrivare a quella che ha chiamato "una risposta non emergenziale ma di sistema" sui problemi della sicurezza. No quindi ad interventi "una tantum come lo sgombero nei campi nomadi con le ruspe e le telecamere che vuol dire solo spostare il problema da un'altra parte". Sulla prostituzione, dall'incontro di Parma è venuta la richiesta di un contrasto forte, ma nessuna proposta specifica e Maroni ha chiesto che il problema venga affrontato nel disegno di legge, non nel decreto, per raccogliere le proposte e trovare una soluzione definitiva. Sul tema delle risorse finanziarie il ministro ha chiarito che verrà esaminato nella legge finanziaria "probabilmente anticipata a luglio" per cercare di trovare il modo che siano escluse dal patto di stabilità che riguarda gli enti locali. Poi ha chiesto che il confronto prosegua in modo informale con i sindaci "che sono in prima fila nelle comunità che governiamo".
E il segretario generale dell'Anci, Rughetti, dando atto al governo che il metodo del confronto è quello giusto per risolvere i problemi, ha annunciato che l'associazione dei comuni trasmetterà al ministro Maroni entro giovedì le proprie proposte di modifica del Dl in tema di sicurezza. Quanto al provvedimento sulle intercettazioni telefoniche anticipato da Berlusconi al convegno degli industriali di Santa Margherita Ligure, Maroni ha glissato: "Per ora ho letto solo anticipazioni sui giornali. Venerdì ci sarà il consiglio dei ministri. Vedrò il provvedimento e poi saprò valutare". Mentre sul reato di immigrazione clandestina ha ammesso che "ci sono opinioni diverse, ma - ha ribadito - la mia opinione è che debba esserci. E lo strumento giuridico che ci permette l'espulsione immediata. Se no c'é solo il foglio di via".
4 commenti:
Si ha come la sensazione di una “Giustizia” a due velocità: da una parte il “pacco” Decreto Sicurezza che prevede la “criminalizzazione” dei poveri cristi, zingari, puttane, clandestini ed accattoni, attivando tutte le “giuste” misure per la salvaguardia del degrado urbano ma prevedendo anche risorse finanziarie per i nostri Comuni, dando per scontato che non un soldo arriverà nelle tasche dei poveri cristi, degli zingari, delle puttane, dei clandestini ed degli accattoni.
Poi c’è la Giustizia che riguarda i “colletti bianchi” e qui il discorso sulla “sicurezza” si allarga a dismisura per arrivare al sacrosanto ed inviolabile “diritto alla riservatezza”, tra l’altro, sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Ma c’è anche un problema di ordine economico: pare che le spese per le “intercettazioni” incidano per il 30% su un traballante Capitolo finanziario relativo alla spese di Giustizia. La Casta, la più pagata in Europa, annuncia pubblicamente che è in gioco la Democrazia, che “certe spese” non giustificano il crescente bisogno di Legalità nel Paese e che “intercettando” chi ha la responsabilità della “cosa pubblica” non si rende un buon “servizio” all’opinione pubblica, sempre più “vittima” del “potere mediatico”. Chissà dove andremo a finire…
moh basta. liga sempre...
padania libera
ciò voglia di dire che la delinguenza è tanta su da noi. Mò basta xe un casin.
ci vuole più represione, i zingari fan casin...
Per anonimo: più italiano, no?
Tosi… Tosi… Tosi… ti ho riconosciuto, ti ha tradito l’accento Veneto!
Flavio, ma quale delinguenza e represione: nun dà retta a chiacchere!!!
Se non lo vuoi fare per te fallo per quella povera figlia di Barbara: già tenete una condanna per “istigazione all’odio razziale”. In appello è andata anche bene, hanno stabilito che era solo “propaganda”.
Bacia n’terra: i sei mesi sono passati a due e te la sei cavata “anticipando” 10.000 euro a titolo di risarcimento alla Comunità Sinta, qualche altra cosa per le spese legali ed un piccolo contributo all’Opera Nomadi di Roma.
Flavio… vabbuò che ha pagato il Partito e voi non avete cacciato neanche uno sgheo, vabbuò che tieni ancora un altro grado di giudizio e che fino a mò è come se avessimo pazziato… ma nella vita nun si sà mai… datt’ na calmata e salutami gli amici del Veneto Front Skinhead.
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