domenica 29 giugno 2008

Maroni: andremo fino in fondo

«Andremo fino in fondo con il censimento, così come con tutte le altre misure». Non fa marcia indietro il ministro dell'Interno Roberto Maroni sulla schedatura dei nomadi, bimbi compresi, neanche dopo le dure critiche del Consiglio d'Europa e l'Europarlamento.
L'ordinanza sulle impronte dei rom «rispetta, oltre alle leggi italiane, anche le direttive europee» insiste Maroni in un'intervista al Corriere della Sera, e ribadisce la posizione del governo che a dispetto delle apparenze Maroni definisce «in linea con le decisioni prese in sede comunitaria». E a proposito dei "richiami" dell'Unione Europea Maroni promette "tolleranza zero". «Esternerò al ministro dell'Interno francese la mia posizione rispetto all'Ue - annuncia Maroni - intemperanze verbali e stravaganze non possono più essere tollerate. Ha ragione Berlusconi - dice il ministro leghista - quando dice che i commissari europei e ancor di più i loro portavoce dovrebbero informarsi prima di parlare. Adesso si capisce meglio perché l'Irlanda ha votato contro l'Ue».
E mentre il governo promette di «andare fino in fondo con il censimento così come con tutte le altre misure» senza «farsi condizionare da polemiche immotivate e infondate» frutto solo di «un moralismo ipocrita» le reazioni critiche all'annuncio si moltiplicano.
Il no del prefetto Mosca irrita il Ministro che chiama immediatamente a rapporto i tre commissari (Prefetti di Milano, Roma e Napoli). Il Prefetto di Roma aveva affermato: «così come non si prendono le impronte digitali per il passaporto ai minori italiani così non si vede il motivo per cui bisogna farlo con i bambini rom» ha detto Mosca.
«O si chiedono le impronte a Napolitano e ai bambini rom o sennò questo è razzismo» dice il leader Udc Pierferdinando Casini, a Piacenza durante un faccia a faccia con Enrico Letta. «Adesso però, prosegue il leader dell'Udc, non si dica che non voglio le impronte: solo che o si chiedono a tutti o commettiamo un grave atto di razzismo».

«Nei confronti di immigrati e rom si assiste di giorno in giorno al paventare provvedimenti restrittivi e discriminatori che, prima ancora di essere attuati, destano allarme ed agitazione generale con la previsione di tempi burrascosi per tutti. Per chi è fatto bersaglio diretto di tali provvedimenti, per chi con maggiore o minore insistenza li ha reclamati e per tutta la nostra società italiana». Questa è l'opinione della Fondazione Migrantes, promossa dalla Cei, che registra «con forte preoccupazione», in un documento approvato nella riunione conclusasi sabato a Verona, «il persistere, anzi l'estendersi di un clima di tensione» per quanto riguarda le «misure che si stanno predisponendo» nei confronti degli immigrati clandestini e dei nomadi.
L'intento, rileva Migrantes, è quello di «rimuovere le paure degli italiani», ma «queste misure, oltre ad essere inefficaci», sembra che «vadano in direzione contraria». Inoltre, «si continua ad annunciare lo smantellamento dei campi rom senza indicare sotto quale tetto essi possano sopravvivere. In particolare - aggiunge la nota - non si comprende perché le impronte digitali vengano prelevate soltanto ai minori di questa minuscola etnia rom, quando proprio in questi mesi si è spesso informati di bande minorili italiane, che scorrazzano per le vie e parchi delle nostre città lasciando tracce di violenza non solo verbali».
Intanto l'europarlamentare radicale Marco Cappato, insieme alla collega Viktoria Mohacsi, deputata ungherese di etnia rom, ha proposto al gruppo liberaldemocratico all'eurocamera (Alde) di chiedere un dibattito urgente sulla questione delle impronte digitali ai rom. Se la richiesta verrà accettata dalla conferenza dei capigruppo la prossima settimana, il tema sarà discusso durante la sessione plenaria di Strasburgo del 7-10 luglio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mah, a me pare che "in fondo" ci siamo già arrivati. Adesso toccherà mettersi a scavare...

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