lunedì 23 giugno 2008

Milano, missionario rom pestato a sangue

Dopo l'aggressione avvenuta la mattina del 17 giugno nei confronti di Rebecca Covaciu - la bambina che si è aggiudicata il Premio Unicef 2008 per le sue doti artistiche - e dei suoi familiari, ieri sera, 20 giugno 2008, a Milano, un altro pestaggio, ancora più violento e inquietante, ha colpito il papà di lei, Stelian Covaciu, missionario della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale. Ad aggredire Stelian, membro da diverso tempo del Gruppo EveryOne, due agenti di Polizia in divisa, intorno alle 22.
Gina Covaciu, moglie di Stelian, chiamava ancora gli esponenti del Gruppo EveryOne che, insieme a un responsabile dell'associazione milanese Naga, allertava un'ambulanza e le forze della Polizia di Stato, che accorrevano sul luogo dell'agguato e conducevano l'uomo, pieno di contusioni e traumi interni, sofferente e in stato confusionale, presso l'ospedale San Paolo, dove veniva sottoposto a esami e ricoverato. E' tuttora in prognosi riservata.
Dopo aver allertato il Partito Radicale, che raccoglieva i particolari dell'avvenimento per agire a tutela delle vittime sul piano politico, il Gruppo EveryOne contattava la questura centrale per assicurarsi che le autorità formalizzassero la denuncia di aggressione ed effettuassero indagini scrupolose.
“Quando Gina ci ha chiamato,” riferiscono i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, “era talmente agitata e disperata che faticava ad articolare discorsi comprensibili. Vicino a lei, Stelian si lamentava, pronunciando parole sconnesse. Quando la donna si è calmata, ci ha raccontato i particolari dell'agguato. Gli stessi energumeni che avevano picchiato, insultato e minacciato i Covaciu si trovavano ancora davanti a loro. Stavolta però erano scesi da un'auto della polizia, in divisa e armati di manganelli. Dopo la prima aggressione, la piccola Rebecca, che è una ragazzina molto intelligente e intuitiva, ci aveva già detto che gli aguzzini della sua famiglia indossavano guanti simili a quelli che indossano i poliziotti. Un sospetto c’era, ma speravamo di sbagliarci. L'ipotesi più grave, invece, è stata confermata dai fatti e gli agenti razzisti hanno colpito ancora”.

Questa volta, secondo quanto affermato da EveryOne, la violenza si è concentrata sul capofamiglia Stelian. La loro azione brutale si svolgeva in piazza Tirana, nei pressi della Stazione San Cristoforo, dove la famiglia vive all'interno di un riparo di emergenza, fatto di teli e cartone.
“Gli agenti si sono avvicinati all'uomo,” proseguono i leader di EveryOne “e l'hanno apostrofato con un tono minaccioso: «Ci riconosci? Hai fatto un errore a parlare con i giornalisti, un errore che non devi ripetere».
Quindi hanno cominciato a picchiarlo con cieca violenza, sia con i pugni che con i manganelli, riducendolo in condizioni penose. Mentre Stelian era a terra, l'hanno insultato e minacciato: «Non raccontarlo a nessuno o per te saranno guai ancora maggiori».
Quando i due picchiatori si sono allontanati, Gina, i figli e alcuni concittadini di Stelian l'hanno soccorso. Lui si lamentava ed era in evidente stato di shock. Fortunatamente la targa della volante è stata presa ed è ora in nostro possesso”.
Intanto un'attivista sopraggiungeva sul posto e raccoglieva numerose testimonianze da parte dei Rom che vivono nei dintorni della stazione di San Cristoforo, che confermavano le parole di Gina Covaciu ovvero che due poliziotti in divisa, scesi da un'auto della polizia, erano gli autori del violento pestaggio.
"E' necessario che si ponga fine a questa persecuzione” concludono gli attivisti. “Sappiamo che le forze dell'ordine sono formate per la maggior parte da agenti che operano seguendo il codice etico europeo. Ci appelliamo anche a loro affinché i razzisti e i violenti siano isolati e perseguiti. Un Paese che si rende colpevole di una simile ingiustizia, un Paese che accetta tanta violenza, tanta crudeltà verso un intero popolo è un paese imbarbarito, è un Paese che ha perso la strada dei Diritti Umani ed è vicino a una crisi dei valori tanto grave da essere paragonata all'Italia delle leggi razziali, dei manganelli, delle camicie nere e dei treni per Auschwitz”.
Per ulteriori informazioni: Gruppo EveryOne e Associazione Nazionale Thèm Romano ONLUS

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Come detto prima due pesi e due misure.
In questo caso, senza aspettare nessuna sentenza come invocato quando i colpevoli sono rom, si è già emessa la sentenza.
Le prove possono essere facilmente ribaltate come fatto dal gruppo everyone per ponticelli, le testimonianze invalidate nel medesimo modo, ecc.
Quindi torno a chiedere, perchè due pesi e due misure? Perchè quando le vittime sono rom i processi vengono saltati a piè pari?
Perchè?
Mi spiace per quanto accaduto...e personalmente, come in tutti gli altri casi dove le vittime non erano rom o sinti, mi sento di credere alla vittima....ma questo atteggiamento usato da sucar è discriminatorio e razzista....peccato che il primo a non accorgersene sia proprio sucar.

u velto ha detto...

ciao Xpisp, abbiamo pubblicato il resoconto dei testimoni, così come è stato fornito dal gruppo EveryOne. attendiamo il responso della magistratura.

Anonimo ha detto...

"Ad aggredire Stelian, membro da diverso tempo del Gruppo EveryOne, due agenti di Polizia in divisa, intorno alle 22.
"
direi che questa è una notizia data per certa, non vedo termini come "pare" "sembra" o "dicono"
Qui dite che l'aggressione è stata perpetrata da due agenti di polizia, non mettete minimamente in dubbio il fatto, cosa che avete fatto nel caso riportato dal corriere, rai3, repubblica, ecc per l'arresto di un gruppo di persone che pare rubassero in maniera organizzata.
Certo in un caso la vittima è un rom nell'altra violenti e xenofobi cittadini gagè....e questo basta per fare una sostanziale differenza.
ovviamente non la coglierai...ma è così.

u velto ha detto...

ciao Xpisp, come hai riportato anche tu la dichiarazione è virgolettata.
poi tu puoi interpretare tutto come vuoi ma non ci sembra proprio di esserci comportati come descrivi.
inoltre, è bene ricordare che per i Sinti e i Rom si parla sempre al plurale, generalizzando.
in ultimo, sarebbe utile che ti rileggessi quello che è stato scritto e detto a Ponticelli prima, mentre e dopo le molotov, a partire dal manifesto del PD.

Anonimo ha detto...

Solo un appunto...l'ho virgolettato io...nel vostro articolo non c'è nulla di virgolettato.
Poi ognuno può fare come vuole....a me sembra di notare una "leggera" disparità....ma...ai posteri l'ardua sentenza.
Spero solo che fatti del genere non si ripetano.

Anonimo ha detto...

ciao Xpisp, hai ragione c'è stato un errore. la frase deve essere corretta in questo modo:
-Ad aggredire Stelian, membro da diverso tempo del Gruppo EveryOne, secondo le testimonianze sarebbero stati due agenti di Polizia in divisa, intorno alle 22.-

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo, la critica era solo, ovviamente, sulla forma.
Io, come in altri casi, mi fido della voce delle vittime, come non capisco quale scopo abbia una madre per mentire, men che meno voglio vedere dei secondi fini nelle parole di chi ha subito violenza.
Se vogliamo in entrambi i casi possiamo trovare delle motivazioni per la menzogna....ma io tendo a credere a chi subisce.
E' indubbio che il fatto è molto grave, le persone colpevoli andrebbero sospese in via cautelativa e indagate.
Mi ripeto sull'impressione che stia diventando sempre + noi contro loro, atteggiamento condiviso da entrambe le parti, atteggiamento che nuoce di più se a usarlo sono proprio i rom e i sinti.