Il “Comitato Campano con i rom”, nato tre anni fa, riunisce associazioni laiche e religiose, gruppi italiani e rom e rappresentanti della società civile. Il comitato è nato da un profondo senso di indignazione per l’assenza di politiche accoglienti e soluzioni concrete ai diritti dei popoli rom. I comitato si pone come luogo di aggregazione e di riflessione sui problemi che i rom in mezzo a noi devono affrontare, svolgendo al contempo una forte azione di pressione sociale e culturale nei confronti delle istituzioni e della società civile. Purtroppo in questi ultimi vent’anni, in Italia e in Campania, non si è andato oltre soluzioni emergenziali e ghettizzanti per le comunità rom, togliendo così a loro la possibilità di costruire percorsi di cittadinanza.
Alla luce degli atroci avvenimenti di Ponticelli e del decreto-sicurezza del ministro Maroni
Il Comitato condanna
- Quanto avvenuto a Ponticelli e chiede che sia fatta piena luce sui rapporti tra il piano di riqualifica dell’aria di Ponticelli, gli interessi della camorra e della politica. Inoltre l’episodio del tentato rapimento della bambina napoletana da parte della ragazza rom deve essere chiarito in ogni dettaglio, visto che tutti i casi di rapimento da parte dei rom emersi sui giornali in questi anni si sono sempre rivelati delle menzogne. Mai nella storia della repubblica un rom è stato condannato per sequestro di minore. Questo, se fosse vero, sarebbe il primo caso.
- Ogni atteggiamento razzista e xenofobo e coloro i quali (giornali, politici e cittadini), per propri interessi, soffiano sul fuoco dell’intolleranza.
- La scelta di voler affrontare le problematiche sociali con il ricorso a soluzioni di commissariamento.
- La scelta del governo di inserire nel nostro ordinamento giuridico il reato di immigrazione clandestina. Questo reato, come già il Vaticano e l’ONU hanno dichiarato, è inaccettabile in quanto discrimina le persone in base al luogo di nascita in evidente contrasto con la Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e i trattati internazionali. La legge deve essere uguale per tutti indipendentemente dalla nascita e provenienza.
- Gli sgomberi dei campi rom, senza l’individuazione di soluzioni alternative, in violazione del diritto alla casa e conseguentemente alla salute, allo studio, alla vita familiare ecc., come previsto dalla convenzione europea dei diritti umani e dalle altre norme di diritto interno e internazionale.
- Le politiche emergenziali e ghettizzanti che non risolvono il problema dell’integrazione.
Il Comitato chiede
- La regolarizzazione per tutti i rom che da anni vivono con noi sul nostro territorio.
- La cancellazione dal decreto del ministro Maroni del reato di immigrazione clandestina e delle aggravanti per chi non è regolare.
- L’adozione di politiche non ghettizzanti o discriminanti per i popoli rom.
- Il coinvolgimento dei rom nei tavoli in cui si decide dei loro futuro in un processo di partecipazione dal basso.
- Un tavolo di lavoro tra commissario per l’emergenza sicurezza e le associazioni, i comitati e i rom per progettare insieme una strategia verso una reale soluzione dei problemi che noi riteniamo essere un problema, non di sicurezza, ma di rispetto dei diritti umani.
- Il riconoscimento e la tutela da parte dell’Italia e della UE del romanesh coma lingua antichissima da considerarsi patrimonio dell’umanità.
- Il risarcimento ai rom per le persecuzioni millenarie culminate nello sterminio nazista.
Il Comitato campano con i rom. Rete Lilliput, Asunen romalen, Sassi Fiore, Le donne in nero, chi rom e…chi no, Missionarie comboniane (Torre Annunziata), Marco Nieli-Opera nomadi, Mani Tese-Napoli, Felicetta Parisi, Annamaria di Stefano, Padri Alex Zanotelli, Domenico Pizzuti, Giovanni Fantola, Acli (Arenella), Consiglia Gianniello, Raffaella La Cava. Aderisce G.I.M. (Giovani Impegno Missionario)-Napoli
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