Nell'ultima settimana si sono intensificati anche a Torino episodi di intimidazione e sopruso da parte di autorità preposte all'ordine pubblico nei confronti di stranieri. Alcuni di questi hanno avuto spazio sui quotidiani, mentre altri non sono stati resi noti.
Nei confronti dei Sinti, vi è stata lunedì mattina intorno alle cinque del mattino un'irruzione di una sessantina di agenti in tenuta antisommossa nel campo comunale di via Lega. Gli abitanti sono stati fatti uscire dalle loro abitazioni e radunati al centro del “campo” dove hanno atteso in piedi per ore che venissero fatti i controlli sulle loro identità.
I Sinti non hanno voluto coinvolgere i giornalisti e hanno scritto la seguente lettera che abbiamo avuto in dattiloscritto da Secondo Massano, presidente dell'Opera Nomadi di Torino.
«Anche a Torino c'è stato un blitz rastrellamento, tipo Milano, nel vecchio “campo nomadi” di via Lega, datata residenza di un gruppo di sinti piemontesi.
Operazione "antisommossa", all'alba, con spropositati agenti e mezzi agli ingressi nonché costrizione dei residenti di uscire dalle loro abitazioni per confluire al centro del “campo” ed essere infine sottoposti a sfibranti controlli personali.
Cose mai viste in un accampamento "regolare", ricco di potenziali indicazioni per ulteriori insediamenti abitativi a misura di cittadini italiani, sì diversi, ma decisamente radicati, dopo molte tribolazioni, sul territorio.
Uomini, donne e bambini del “campo” ritengono di essere stati bistrattati ed offesi come persone e come cittadini: è anche uno sgarbo alla ospitale città di Torino, "medaglia d'oro" alla Resistenza che ha fatto riacquistare la libertà a tutti i cittadini dopo un periodo oscuro e autoritario decisamente cancellato che non deve mi più ritornare». Un gruppo di Sinti con l'Opera Nomadi, Torino, 9 giugno 2008
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