I Rom presenti in Puglia sono circa diecimila. Un dato attendibile, ma non ufficiale. Dietro questa incertezza c’è una motivazione precisa: più della metà dei Rom sono italiani, perciò non sono identificabili né tra gli extracomunitari, né tra gli immigrati.
A mappare l´intero territorio italiano ci ha provato il Ministero dell’Interno, con una rilevazione che ha portato a stimare intorno alle quarantamila unità la presenza dei Rom. Numero che sale vertiginosamente secondo fonti europee, ma non supera le 160mila persone. Una presenza comunque molto minore rispetto alla percezione comune, che stima sui due milioni i rom in Italia.
In Puglia, invece, le diecimila unità rappresentano un dato per eccesso. "In realtà il numero di nomadi nella nostra regione dovrebbe essere molto minore, intorno ai seimila" - spiega Annamaria Candela, dirigente del settore dei servizi sociali dell’Assessorato alla Solidarietà - "e nonostante siano presenti comunità di rom molto antiche, la gran parte degli arrivi si è registrata durante e dopo la guerra che ha interessato ex Jugoslavia e Kossovo".
Nella nostra regione sono presenti ad esempio molte persone discendenti dalle famiglie rom abruzzesi, socialmente integrate ed economicamente importanti. L’etnia sinta è invece quella maggiormente diffusa nel centro - nord della penisola. "Proprio perché molti nomadi sono in realtà italiani" - spiega ancora Annamaria Candela - "mappare è impossibile: basti pensare che la prefettura di Bari ha chiesto a noi dei dati certi".
Per questo è già previsto un censimento che provvederà soprattutto a trovare insediamenti sconosciuti. Attualmente nella regione ci sono quattro “campi” rom: due a Bari (uno riconosciuto e attrezzato a Japigia e uno meno a Poggiofranco), uno a Lecce e uno a Foggia. Nella sola città salentina, secondo le stime dell´Osservatorio immigrazione della Provincia di Lecce, sarebbero 250 i presenti.
A Foggia, i rom rumeni, invece, sono 273 in città e 83 nei dintorni di Cerignola, dove vivono sul posto di lavoro (in aziende agricole e fabbriche) e mandano i loro bambini in età scolare alle elementari a Lavello, in Basilicata. I rom bulgari, invece, sono quasi duecento, tra adulti e bambini, cinquanta dei quali ospitati nella scuola Garibaldi di Foggia.
Proprio in una scuola foggiana, qualche giorno fa, il timore di ripercussioni conseguenti agli atti di violenza già avvenuti a Napoli, ha spinto diversi alunni a una prolungata assenza dai banchi.
Per mettere fine alla paradossale situazione che vede i rom discriminati ma senza alcuna protezione, la sesta commissione del Consiglio regionale, in fase di dibattimento del disegno di legge sull’immigrazione, ha deciso di estendere le prestazioni previste per tutti gli altri gruppi minoritari, anche alle comunità rom.
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