Ieri si è consumato il novantacinquesimo (95) sgombero di famiglie sinte e rom a Roma in un anno. Il primo dell’era Alemanno. Un fatto che ha provocato polemiche tra maggioranza e opposizione, tanto da ritardare l'operazione della polizia per oltre dodici ore. Lo sgombero è avvenuto infatti all'indomani dell'annuncio del prefetto di Roma, commissario delegato dal governo per l'emergenza rom, Carlo Mosca: aveva detto che fino ad ottobre nella capitale non ci sarebbero stati sgomberi per realizzare il censimento delle presenze.
Incredulità del portavoce delle famiglie, Aldo Hudorovic: «neanche due giorni fa ho incontrato il Sindaco Alemanno il quale mi ha assicurato che non ci avrebbero sgomberato neo ora ne mai».
In serata l’insediamento è stato svuotato delle roulotte e i Rom kalderash, scortati dalla polizia municipale, sono stati portati in periferia. Si tratta di una comunità di circa 120 Cittadini italiani che da circa un anno vivevano vicino al Foro Boario, l'ex mattatoio nel quartiere Testaccio, in una strada appartata che costeggia la Città dell'Altra Econonomia, il centro sociale Villaggio Globale, la facoltà di architettura di Roma Tre, il museo Macro e diversi locali notturni.
L'operazione compiuta dalla questura e dalla polizia municipale è cominciata alle sei del mattino con l'interruzione dell'acqua e della luce e l'identificazione delle persone, ma la soluzione è stata trovata soltanto alle 21, dopo estenuanti trattative. La prima area proposta ai Rom, quella di Castel Romano sulla Pontina, è stata giustamente rifiutata perché definita «insalubre, troppo affollata e distante, soprattutto per i bambini che vanno a scuola».
I Rom hanno accettato un’area a Tor Vergata definita «soluzione temporanea in attesa di un incontro con l'amministrazione». Le famiglie si sono dette «contente della nuova sistemazione» che sono andati personalmente a visionare e hanno ringraziato gli autori della mediazione. L'area di Testaccio, hanno spiegato gli abitanti del campo, «doveva essere provvisoria e invece è andata avanti per oltre un anno. Prima, per 15 anni abbiamo vissuto dentro l'ex mattatoio, da dove ci hanno sgomberato promettendoci una soluzione migliore».
All'interno dell'insediamento, pulito e ben tenuto, le famiglie abitavano in roulotte ampie e confortevoli, con molte auto di grossa cilindrata. Lavorano in alberghi, ristoranti, come decoratori di metalli e restauratori. Massimo, ad esempio, ha spiegato che «compra e vende automobili per vivere». Tra loro ci sono circa 40 minori.
I bambini «vanno tutti a scuola e sono perfettamente integrati con i loro compagni di classe». Proprio loro sono stati protagonisti della giornata e hanno regalato ai poliziotti mazzi di fiori pur di non essere allontanati.
Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la polemica è «pretestuosa perché è un intervento deciso da tempo, di piccola entità, fortemente richiesto dai cittadini della zona, che interviene in una situazione evidentemente illegale. C'è bisogno di un progetto complessivo, a cui sta lavorando il prefetto e su cui stiamo lavorando con l'Opera Nomadi».
Sullo sgombero il segretario nazionale dei radicali Rita Bernardini, deputata del Pd, presenterà un'interrogazione perché secondo lei «è una violazione» del Patto internazionale sui diritti sociali. Per il responsabile nazionale immigrazione del Prc, Stefano Galieni, «c'è stato un atto di antiziganismo a due giorni dalla manifestazione dei nomadi a Roma». E proprio al Foro Boario, dove c'era il campo sgomberato, si concluderà domenica il corteo dei rom. Partirà dal Colosseo e «dirà no al razzismo e al genocidio culturale».
3 commenti:
io voglio tanto bene ai rom di via germagnano 10 e strada dell'aeroporto 235/25 quelli che abitano nelle case popolari di torino e giusto che anno fato la manifestazioni roma anche loro anno diritto case popolari io ho mia amica anche sua famiglia mi vole bene lei abita nelle case popolari di torino e sua famiglia abita nel campo via germagnano 10 con camper loro sono fabio tania e erica e desideria e cristope e danilo e vilians sabrina nonna sono brave persone loro vergano dalla guerra.
dal corriere.it
ROMA - Nuovo sgombero di un campo nomadi a Roma. Un fatto che ha provocato polemiche tra maggioranza e opposizione, tanto da ritardare l'operazione della polizia per oltre 12 ore. Lo sgombero è avvenuto infatti all'indomani dell'annuncio del prefetto di Roma, commissario delegato dal governo per l'emergenza nomadi, Carlo Mosca: aveva detto che fino ad ottobre nella capitale non ci sarebbero stati sgomberi per realizzare il censimento delle presenze.
EX MATTATOIO - In serata il campo è stato svuotato delle roulotte e i nomadi, scortati dalla polizia municipale, sono stati portati in periferia. Si tratta di una comunità di circa 120 persone, sinti, calderari e rom, tutti con cittadinanza italiana, che da circa un anno vivevano vicino al Foro Boario, l'ex mattatoio nel quartiere Testaccio, in una strada appartata che costeggia la Città dell'Altra Econonomia, il centro sociale Villaggio Globale, la facoltà di architettura di Roma Tre, il museo Macro e diversi locali notturni. L'operazione compiuta dalla questura e dalla polizia municipale è cominciata alle 6 con l'interruzione dell'acqua e della luce e l'identificazione delle persone, ma la soluzione è stata trovata soltanto alle 21, dopo estenuanti trattative. La prima area proposta ai nomadi, quella di Castel Romano sulla Pontina, è stata rifiutata dagli abitanti del campo perché definita «insalubre, troppo affollata e distante, soprattutto per i bambini che vanno a scuola».
TOR VERGATA - I nomadi hanno accettato un'area a Tor Vergata definita «soluzione temporanea in attesa di un incontro con l'amministrazione». I rappresentanti dei nomadi si sono detti «contenti della nuova sistemazione» che sono andati personalmente a visionare e hanno ringraziato gli autori della mediazione. L'area di Testaccio, hanno spiegato gli abitanti del campo, «doveva essere provvisoria e invece è andata avanti per oltre un anno. Prima, per 15 anni abbiamo vissuto dentro l'ex mattatoio, da dove ci hanno sgomberato promettendoci una soluzione migliore». All'interno dell'insediamento, pulito e ben tenuto, le famiglie abitavano in roulotte ampie e confortevoli, con molte auto di grossa cilindrata. Hanno detto di lavorare «in alberghi, ristoranti, come decoratori di metalli e restauratori». Massimo, che alcuni indicano come il capo della comunità ha spiegato che «compra e vende automobili per vivere». Tra loro ci sono circa 40 minori.
ALEMANNO - I bambini, secondo le testimonianze di alcuni operatori sociali, «vanno tutti a scuola e sono perfettamente integrati con i loro compagni di classe». Proprio loro sono stati protagonisti della giornata e hanno regalato ai poliziotti mazzi di fiori pur di non essere allontanati. Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la polemica è «pretestuosa perché è un intervento deciso da tempo, di piccola entità, fortemente richiesto dai cittadini della zona, che interviene in una situazione evidentemente illegale. C'è bisogno di un progetto complessivo, a cui sta lavorando il prefetto e su cui stiamo lavorando con l'Opera Nomadi». Sullo sgombero il segretario nazionale dei radicali Rita Bernardini, deputata del Pd, presenterà un'interrogazione perché secondo lei «è una violazione» del Patto internazionale sui diritti sociali. Per il responsabile nazionale immigrazione del Prc, Stefano Galieni, «c'è stato un atto di antiziganismo a due giorni dalla manifestazione dei nomadi a Roma». E proprio al Foro Boario, dove c'era il campo sgomberato, si concluderà domenica il corteo dei rom. Partirà dal Colosseo e «dirà no al razzismo e al genocidio culturale».
06 giugno 2008
bah.....speriamo che riescano a trovare una soluzione definitiva. però...spero tanto che Alemanno faccia chiudere anche il centro sociale.....fa troppo schifo!
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