Il commissario UE alla Giustizia Jacques Barrot ha risposto all'interrogazione presentata dall'europarlamentare radicale dell'ALDE Marco Cappato (in foto) sullo sgombero da parte del Comune di Milano, di due baraccopoli alla periferia della città, avvenuto il 1° aprile scorso, e sul ventilato rimpatrio degli sfollati, le cui modalità sarebbero attualmente allo studio del Comune. Il provvedimento, si legge nell'interrogazione, sarebbe stato eseguito "senza alcun preavviso, assistenza, presidio medico, o la proposta di soluzioni alternative", facendo sì che gli oltre cento abitanti delle baracche - rom e rumeni, tra cui neonati, anziani e malati - si ritrovassero senza dimora.
Marco Cappato aveva chiesto alla Commissione se non ritenesse che l'episodio fosse in contrasto con le risoluzioni del PE in materia di diritti umani e libera circolazione dei rom; se le modalità dello sgombero, soprattutto in mancanza di soluzioni abitative alternative, non costituissero una violazione dei diritti della quasi totalità degli sfollati, in quanto cittadini comunitari, e infine se il rimpatrio di cittadini UE non violasse la direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione.
Barrot ha risposto ricordando che proprio la direttiva 2004/38/CE autorizza gli Stati membri a rifiutare il soggiorno a cittadini dell'UE che non rispettino le condizioni per ottenere tale diritto, anche per ragioni di ordine pubblico, sanità e sicurezza, ma che la stessa direttiva comprende garanzie procedurali come l'obbligo di notifica, completa e di facile comprensione, del provvedimento di allontanamento che comunque non può essere eseguito prima di un mese dalla notifica, salvo casi di urgenza comprovata.
"Se un cittadino dell'UE ritiene che il provvedimento di allontanamento preso nei suoi confronti non sia conforme alla legislazione comunitaria - precisa nel testo della risposta - può presentare ricorso dinanzi ai giudici nazionali". Il Commissario alla Giustizia ha inoltre sottolineato l'impegno delle istituzioni europee nella tutela dei rom sul territorio UE, in particolare tramite fondi per finanziare l'integrazione dei migranti e delle minoranze etniche. E, proprio nel quadro della lotta contro la discriminazione per razza o origine etnica, Barrot ha ricordato il procedimento di infrazione avviato nei confronti dell'Italia e di altri Stati membri, "per le carenze riscontrate nel recepimento della direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica". Leggi l'interrogazione scritta di Marco Cappato...
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