Se il governo italiano andasse fino in fondo con l'annunciata intenzione di prendere le impronte digitali a tutti i minori sinti e rom, troverebbe l'opposizione della Commissione europea. Lo ha detto oggi a Reuters una fonte vicina al commissario Ue alla Giustizia Jacques Barrot (in foto).
«E' chiaro che la Commissione punta al rispetto del principio di anti-discriminazione ovunque. Non si capisce qual è il criterio applicato: oggi sono i Rom, domani potrebbero essere i tunisini», ha detto la fonte, commentando l'iniziativa annunciata dal governo di censire i minori sinti e rom sulla base delle impronte digitali, che ha suscitato forti polemiche.
«E' chiaro che la Commissione si oppone ad ogni tipo di iniziativa contro la protezione dei dati dei bambini e dei cittadini in generale», ha precisato la fonte.
Ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ribadito la volontà dell'esecutivo di centrodestra di andare fino in fondo con l'iniziativa, prevista nel cosiddetto pacchetto-sicurezza, che sarebbe non una "schedatura etnica" ma una garanzia a tutela dei diritti dei sinti e dei rom.
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