"E' lontano dalla verità che ci sia un comportamento negativo da parte del governo e del popolo italiano nei confronti della comunità romena in Italia". Silvio Berlusconi, conclude così l'incontro con il presidente romeno, Traian Basescu. Lo fa, cercando di rassicurare il leader di Bucarest, che in Italia non è in atto una discriminazione verso la sua gente.
Preoccupazione che Bucarest aveva già manifestato per bocca del premier Calin Tariceanu. E anche oggi Basescu è netto: 'Non approvo parte o gran parte delle misure del governo italiano contenute nel pacchetto sicurezza per i nomadi". A partire dalle impronte per i bimbi rom. Provvedimento che Berlusconi difende: "Si tratta di una misura che vuole garantire a questi bambini di poter andare a scuola e di poterci andare veramente". Ma Basescu mette un preciso paletto: "Le impronte ai bambini devono essere prese solo in presenza dei gentori oppure in presenza di un giudice. Questo solo in mancanza di un documento di identità".
Per il resto il presidente romeno nega "che in Italia ci sia stato un comportamento negativo nei confronti della comunità romena" ma ricorda come "i cittadini rumeni siano cittadini a pieno diritto dell'Unione europa e, pertanto, vadano trattati come tali".
"Riconosco tuttavia - aggiunge Basescu - che abbiamo in Romania un problema relativo alla minoranza rom. Abbiamo proposta, in questa sede, al governo italiano di collaborare al fine di risolvere questo problema che noi non siamo stati capaci di risolvere a casa nostra". Un tema che, il 9 ottobre, sarà sul tavolo del vertice intergovernativo tra Italia e Romania.
Poi tocca a Berlusconi commentare con durezza le critiche arrivate dall'Europa sulle gestione dei nomadi. E lo fa parlando di "disinformazione assoluta". Secondo il premier "la commissione Europea non è intervenuta, ma ha semplicemente risposto con una comunicazione. E' il Parlamento europeo che è intervenuto dunque si è trattato di una risposta politica basata su una irrealtà". In un’agenzia stampa di queste ore Piero Fassino, Pd, afferma: “Non c’è nessun pregiudizio da parte dell’Europa, ma c’e’ solo una richiesta esplicita che ogni paese membro dell’Ue, compresa’ l’Italia, rispetti gli standard in materia di diritti umani e civili che sono stati adottati dall’Unione”.
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