Non c’è «nessuna discriminazione» verso il popolo romeno, anzi c’è «un’attività continuativa di collaborazione tra i due Paesi e tra le rispettive forze dell’ordine». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa al termine dell’incontro con il presidente della Romania, Traian Basescu.
Il premier ha anche difeso la decisione di prendere le impronte digitali ai rom e in particolare ai bambini. Una decisione, ha sottolineato, che è stata divulgata come «misura restrittiva». «Ho precisato al presidente - ha detto Berlusconi - che si tratta di una misura che vuole garantire ai bambini di andare a scuola e di andarci normalmente. Questa è una precisazione che mi piacerebbe che anche la stampa potesse divulgare».
«L’identificazione tramite le impronte digitali - ha continuato il premier - è una pratica corrente in molti paesi Europei e che estenderemo probabilmente a tutti i cittadini italiani e ad altri cittadini stranieri che verranno in Italia». Allo stesso tempo Berlusconi ha imputato la dura reazione dell'Europa contro i provvedimenti italiani in materia di immigrazione alla «disinformazione completa» sulla reale applicazione delle norme.
La collaborazione tra i due stati non si ferma qui: la prossima settimana il ministro dell’Interno Roberto Maroni si recherà a Bucarest per incontrare il suo omologo e «organizzare un’azione comune di sfruttamento dei fondi europei per una piena integrazione della popolazione rom».
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