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Il premier ha anche difeso la decisione di prendere le impronte digitali ai rom e in particolare ai bambini. Una decisione, ha sottolineato, che è stata divulgata come «misura restrittiva». «Ho precisato al presidente - ha detto Berlusconi - che si tratta di una misura che vuole garantire ai bambini di andare a scuola e di andarci normalmente. Questa è una precisazione che mi piacerebbe che anche la stampa potesse divulgare».
«L’identificazione tramite le impronte digitali - ha continuato il premier - è una pratica corrente in molti paesi Europei e che estenderemo probabilmente a tutti i cittadini italiani e ad altri cittadini stranieri che verranno in Italia». Allo stesso tempo Berlusconi ha imputato la dura reazione dell'Europa contro i provvedimenti italiani in materia di immigrazione alla «disinformazione completa» sulla reale applicazione delle norme.
La collaborazione tra i due stati non si ferma qui: la prossima settimana il ministro dell’Interno Roberto Maroni si recherà a Bucarest per incontrare il suo omologo e «organizzare un’azione comune di sfruttamento dei fondi europei per una piena integrazione della popolazione rom».
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