Sarà un pool costituito dalla croce rossa, da mediatori culturali del comune, da agenti in borghese delle forze dell’ordine e da operatori sociali e membri di associazioni come Opera Nomadi a mettere in atto il censimento dei rom voluto dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. L’operazione scatterà domenica, dopo l’ultimo vertice tecnico - in agenda venerdì - con il prefetto Carlo Mosca che oggi incontrerà al Viminale il sottosegretario Alfredo Mantovano e il sindaco Alemanno. Il vertice di oggi servirà a discutere la bozza del nuovo Patto per la sicurezza, che prevede di utilizzare per la lotta all’abusivismo commerciale, alla prostituzione su strada e alla microcriminalità i fondi stanziati nel vecchio patto per i quattro campi da realizzare fuori città.
Quanto all’operazione che scatta domenica «collaboreremo al "Censimento di protezione civile" nei campi rom - dice Fernando Capuano, presidente provinciale della Cri - iniziando la scheda anagrafica e compilando quella socio sanitaria: per la rilevazione delle impronte e per le foto, però, non saremo noi a operare ma comune e forze dell’ordine. Iniziamo domenica con un mediatore culturale del comune. Entrerà prima lui, poi arriveremo noi. Il fine, concordato col prefetto, è il censimento e la consegna ai nomadi di un tesserino con cui potranno usufruire dei trattamenti socio sanitari: dalla tutela ai bimbi sfruttati alle visite mediche e specialistiche, alle vaccinazioni e alla consegna di generi per la prima infanzia come i pannolini».
Insieme al tesserino, i militi della croce rossa compileranno parte della scheda messa a punto insieme a ministero e prefettura. «Inizieremo la parte anagrafica - dice Capuano - poi passeremo a quella socio sanitaria: una copia resterà a noi, una alla prefettura. Scriveremo se soffrono di patologie, se prendono farmaci e se hanno fatto le vaccinazioni. Con noi ci sarà Opera Nomadi e le forze dell´ordine in borghese: si occuperanno loro di foto e impronte, dei casi controversi e di chi non collaborerà».
L’ufficio legale del ministero deciderà l’età minima in cui i bambini potranno essere "schedati" con foto e impronte digitali. In ogni caso «il prefetto ci ha garantito che non ci saranno sgomberi, e che il fine è rendere i campi idonei dal punto di vista igienico», spiega Capuano.Ma restano forti contrarietà: se per il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, «uno stato moderno colpisce duramente i criminali, il malaffare e gli sfruttatori, non criminalizza intere comunità» perché «sarebbe come dire: prendiamo le impronte dei bambini italiani all’estero perché i mafiosi sono italiani»; per Potito Salatto, il presidente di Assoforum che unisce 75 associazioni vicine ad An, dieci delle quali romene, «è un errore strategico che acuirà i rapporti tra comunità rom e istituzioni italiane. I costi in termini psicologici e culturali sono ben superiori ai benefici».
7 commenti:
Il coinvolgimento diretto dell'Opera Nomadi di Roma nelle operazioni di "censimento" dei Rom e Sinti capitolini è un fatto gravissimo.
Invito soci e simpatizzanti della Sezione di Roma di impedire questa vergogna che nessuno potrà mai cancellare.
SOno d'accordo con Carlo Berini soprattutto dopo aver saputo che l'Opera Nomadi di Roma si è presentata al Bando per la scolarizzazione dei minori Rom in ATI con l'associazione Modavi che è legata ad Azione Giovani.
Vorrei capire una cosa, impronte a parte, perchè la schedatura è così grave?
Chi ha già documenti dovrebbe essere esentato proprio perchè sarebbe un doppione ma chi non li ha(problema molto spesso lamentato proprio in questa sede) non è opportuno che si sappia chi è?
Come si fanno ad approntare soluzioni di fronte ad un problema di cui neppure Voi che lo seguite da anni ne sapete la dimensione?
Poi la questione impronte è propaganda sia da parte dl governo che da parte vostra.
Le mie impronte lo stato le ha da quando ho 18 anni in seguito alla leva...sarebbe quindi discriminatorio non prenderle?
Per i bambini il discorso è diverso, è però innegabile che spesso si vedono bambini sfruttati in ambiti assurdi, se questo serve ad eliminare quella minoranza di persone che fa questo...potrebbe essere una soluzione...non sono convinto dell'efficacia...però finchè nessuno da soluzioni alternative le critiche sono solo parole per non far nulla.
ciao Xpisp, abbiamo giò espresso che secondo noi sarebbe più utile una mappatura dei bisogni espressi dalle comunità sinte e rom, dagli enti locali e dalle istituioni come la scuola.
questo tipo di lavoro lo abbiamo già fatto in alcune realtà e funziona.
ma si sa... la demagogia è sempre più forte della volontà di risolvere i problemi presenti, soprattutto da parte di questo governo.
va bene la mappatura dei bisogni...ma sapere quante persone hanno queste necessità?
Vedere se per caso alcuni campi diventano indecorosi perchè pensati per tot ma in realtà il tot è superato da tempo?
Mi sembra che ci si stia fissando su punti di principio(quali poi?) che poco sono utili.
Ripeto, la popolazione italiana è tutta schedata in + di un ufficio amministrativo...mi chiedo perchè chi risiede qui e vuole giustamente godere dei servizi non debba essere pronto a mettersi al pari degli altri.
Il discorso dei bambini è diverso, vero è, che lo si voglia ammettere o meno, che in quei campi i bambini sono particolarmente esposti(e in quei campi non ci vivono solo rom e sinti...come + volte è stato da voi detto) quindi invece che criticare senza porre alternative chiedo semplicemente che si faccia una proposta VALIDA alternativa, altrimenti sono e restano solo chiacchere quasi + tese a garantire una propria esistenza, quasi che se domani il problema rom fosse risolto(cosa purtroppo irrealizzabile in tempi immediati) molti non avrebbero + un lavoro
ciao Xpisp, la nostra è una proposta reale e abbiamo dimostrato che funziona, senza schedare nessuno.
ma tu la puoi girare come vuoi...
Questa risposta sa tanto di fuga.....
Non la giro in nessun modo, semplicemente voi parlate di un problema che avete sotto gli occhi e limitato territorialmente, eppure, parole vostre, spesso non sapete dare le misure della dimensione di questo fenomeno.
Come può uno stato regolarsi senza sapere chi c'è sul suo territorio e in che numero?
Perchè i cittadini sono tenuti ad informare di esistere, di cambi di residenza, ecc e altri possono non esistere???
Mi sembra che il censimento, schedatura o come + è comodo chiamarlo non sia un'idea tanto fuori dalla normalità.
Probabimente è + comodo parlare di schedatura, ma la realtà che voi siete i primi(ribadisco parole espresse da voi non tantissimo tempo fa) a non sapere quante persone vivono in queste condizioni...come si fa ad intervenire a livello nazionale senza sapere su quanti cittadini bisogna intervenire?
Ma io la giro come voglio...ma voi scappate dalle risposte.
ps
a proposito di risposte...non ricordo risposte in merito alla mia domanda su come va l'esperimento di quelle case che avete fornito l'inverno scorso ad un gruppo di famiglie. siccome non sempre riesco ad essere presente non ho + visto notizie, volevo sapere se questo esperimento ha dato buoni frutti, e poi alla luce dei costi esorbitanti per il campo di venezia volevo chiedervi quanto era costata quell'operazione e quante famiglie(o persone) ha sistemato.
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