Assieme a lei altri due assessori regionali, Luigi Nieri (Bilancio) e Tibaldi (Lavoro), e uno proviciale, Cecilia D'Elia (Cultura), hanno partecipato all'iniziativa lanciata dall'Arci per protestare contro la schedatura dei residenti dei campi nomadi voluta dal ministero dell'Interno.
Diversi sono stati anche i consiglieri regionali che hanno preso parte all'incontro oltre al presidente del municipio X, Sandro Medici e a quello dell'XI, Andrea Catarci. Una ampia rappresentanza istituzionale degli enti locali, insomma, intervenuta per esprimere il proprio dissenso rispetto all'operazione di schedatura che dovrebbe iniziare a breve nei campi rom di Roma.
Nel campo di via Candoni, spiega Paola Liberto dell'Arci, l'associazione lavora da diversi anni, con un progetto di orientamento ai servizi sanitari e partecipando al comitato di gestione, di cui fanno parte anche un rappresentante della comunità rom del campo (circa 450 persone) e uno di quella bosniaca (circa 150).
Il comitato si occupa dell'organizzazione ordinaria del campo: pulizia, utenze. "Il municipio XV - continua Liberto - ha investito in questa situazione" e ora quello di via Candoni "è un campo modello", dal momento che "i residenti lavorano nelle zone circostanti, soprattutto al Trullo. Spero che non andranno a colpire una situazione del genere - prosegue - perché sarebbe una cosa un po' assurda". L'Arci a Roma, aggiunge Valerio Turzi, coordinatore per il campo dell'associazione, lavora anche in altri campi, come quello di Pontina e quello di via Lombroso, portando avanti progetti di scolarizzazione.
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