Sole, mare, monti, vacanze... ma i problemi in questa Italia non vanno certo in ferie. Le splendide coste non sono più così splendide, il mare non è più così pulito, gli italiani non hanno più grandi disponibilità economiche per trascorrere lunghi periodi di riposo lontano dalle città. La “questione sinta e rom” dai fatti di Opera (MI), dicembre 2006, tiene banco nel Paese e questo spazio web nell’augurarvi buone vacanze vi consiglia alcuni libri per capire meglio quanto succede.
I pregiudizi contro gli “zingari” spiegati al mio cane di Lorenzo Monasta
Questo libro non è destinato ai cani, ma ai padroni dei cani. È nato pensando al fatto che alcune cose, alcuni concetti, siano molto semplici. E che in realtà non c’è nulla di complicato nella “questione zingara” se non le barriere mentali che noi stessi costruiamo. Ed è scritto con l’obiettivo di semplificare il tema il più possibile, pur senza banalizzarlo.
Il testo affronta alcuni luoghi comuni sugli “zingari” e cerca di spiegare perché in realtà non hanno senso. Penserete che, se la cosa è così semplice, non c’è neanche bisogno di sprecare delle pagine. In realtà, bombardati costantemente da pregiudizi, a volte abbiamo bisogno di qualche spunto in più. E anche di qualche conoscenza in più.
Questo libro non dirà molto sugli “zingari”. In realtà non ce n’è bisogno. C’è invece bisogno di autoanalisi, di guardarsi dentro, di trovare risposte sensate senza ricorrere a così tanti, inutili discorsi su chi siano, da dove vengano e dove vadano queste persone. Continua a leggere…
Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli
Tutto inizia quando, ad Ancona, l'autore affida a Dragan, uno Rom ex "calderaio" (lavorava il rame e faceva pentole, antico mestiere rom) il lavoro di trasporto di vario materiale per l'allestimento di uno spettacolo teatrale. Doveva. con tanto di permesso del Comune, ritirare un pianoforte da una ditta sponsor della manifestazione. Mostrato il documento, ma riconosciuto dal titolare come “zingaro”, non solo non gli viene consegnato il pianoforte ma è anche minacciato di denuncia.
"Fu grazie a quel pianoforte che iniziai a vedere lo zingaro da un diverso punto di vista", dice Petruzzelli. Nel libro un contributo di Predrag Matvejevic: “L'uomo non nasce mendicante, ma lo diventa. E non lo diventa soltanto di propria volontà. L'accattonaggio è l'ammonimento agli uomini veri e alle fedi sincere: a quelli chiamati a dare a ciascuno il pane, a coloro che non dovrebbero dimenticare la carità”. Continua a leggere…
Sono razzista ma sto cercando di smettere di Guido Barbujani e Pietro Cheli
Parlando della persecuzione antisemita Giacomo Debenedetti nel 1944 scrisse: “…l’astrattezza di una simile operazione si vede anche dal lavoro che fu necessario per compierla: arido lavoro di statistica e di anagrafe, censimenti, moduli, dichiarazioni, registri, stampati, caselle, colonnine e finche. Ripetiamo: non si isolava un gruppo umano; si confezionava uno dei termini grammaticali per una frase propagandistica a grande effetto.”
Qualcosa di questa frase richiama quel "censimento" che proprio in questi ultimi giorni è stato promosso e che prevede che vengano prese le impronte digitali a tutti i rom e sinti che vivono in Italia, bambini compresi.
Ed ecco quello che gli autori chiamano il "software di base del razzismo": un insieme di pregiudizi e di comportamenti nei quali si può facilmente sostituire il nemico (ieri e oggi l’ebreo, ma oggi anche l’immigrato africano o est europeo, e domani chissà) mantenendo invariate le motivazioni, cioè la difesa di una società che non va cambiata, e il pericolo che gruppi percepiti come incurabilmente e intollerabilmente diversi rappresentano per il mantenimento dello status quo. Continua a leggere…
Zingari di merda di Antonio Moresco
“Nella presenza degli zingari c'è qualcosa che non è spiegabile secondo i soli parametri economici e sociali e che affiora da strutture precedenti che non si sono diluite del tutto, che questo strano, inspiegabile popolo ha conservato in sé attraverso il tempo e lo spazio”.
Il libro è la storia di un viaggio verso la Romania compiuto da Antonio Moresco e Giovanni Giovannetti, editore e fotografo, sulla vecchia Bmw di Dimitru, uno dei Rom sgomberati dalla Snia, fabbrica abbandonata dove lui e molti altri rom si erano rifugiati, vivendo di certo miseramente, ma con un tetto sotto cui ripararsi e un luogo dove vivere insieme alla famiglia. Il viaggio non è né rapido né confortevole: la macchina si rompe, il paesaggio poco accogliete, gli incontri rari.
Ma ora dopo ora, in quelle intere giornate, Moresco si avvicina sempre di più alla conoscenza dell'universo rom, contraddittorio e complesso per il quale ogni semplificazione è assolutamente inaccettabile. “Zingaro di merda” è un insulto (però è anche un modo affettuoso di rivolgersi a chi è fratello) che Dimitru, dopo averlo sentito tanto spesso rivolto contro di lui e contro i suoi, ama ripetere. Continua a leggere…
3 commenti:
Sono del parere che tutti gli "zingari"(chiamati ingiustamente cosi)siano persone fantastiche,misteriose e portatori di una cultura cosi ricca e antica che risulta diffcilmente immaginabile.Dobbiamo ringraziare di avere l occasione di incontrarli e conoscerli,l unica barriera fra noi e loro sono i nostri pregiudizi.
LEGNA DA ARDERE
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