Il 30 luglio 2008, una delegazione della federazione Rom Sinti Insieme ha incontrato il Prefetto Lombardi, Commissario per l’emergenza “nomadi” in Lombardia. La delegazione della federazione era formata da Radames Gabrielli (Nevo Drom, vice presidente della federazione), Eva Rizzin (Sucar Drom e OsservAzione, consigliere della federazione), Davide Casadio (MEZ, consigliere della federazione), Giorgio Bezzecchi (Romano Drom, aderente alla federazione), Dijana Pavlovic (consigliere della federazione) e Carlo Berini (Sucar Drom, aderente alla federazione). Il Prefetto di Milano, dottor Lombardi era assistito dal Capo di Gabinetto e da una collaboratorice.
Dopo una breve presentazione della Federazione si è aperta una lunga discussione sull’Ordinanza n. 3677 e sul documento Linee guida del Ministero dell’Interno. La Federazione ha ritenuto positivo il cambiamento introdotto nel nuovo documento che di fatto non impone più ai Commissari della Lombardia, Lazio e Campania di procedere indistintamente all’identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti nei cosiddetti “campi nomadi”, attraverso rilievi segnaletici.
Il Prefetto Lombardi ha più volte ribadito che il primo intervento fatto in Lombardia il 6 giugno scorso, alle cinque e trenta di mattina, da circa settanta tra agenti di polizia di stato, polizia municipale e carabinieri con furgone della scientifica nel “campo comunale” di via Giuseppe Impastato 7, è stato caratterizzato da un eccesso di zelo che non si è più ripetuto ne si ripeterà.
Il Prefetto ha anche sottolineato che ad oggi sono state censite 1.000 persone a Milano e che solo a quattro persone (cittadini extra-comunitari non rom) sono state rilevate le impronte digitali, perché non erano in possesso di nessun documento.
«La mia opera -ha sottolineato il Prefetto Lombardi- è dettata dal solo bisogno di capire quante persone vivono nei campi nomadi a Milano». I membri della Federazione hanno ribadito al Prefetto che i dati che rileverà non saranno dissimili ai dati che già sono in possesso al Comune di Milano, circa 5.500 persone.
I membri della federazione hanno a più riprese chiesto una partecipazione diretta dei Sinti e dei Rom milanesi anche seguendo quanto sta già facendo il Prefetto Mosca a Roma. Si è chiesta l’istituzione di un tavolo di confronto regionale, di un tavolo metropolitano per Milano e tavoli per ogni singola Provincia lombarda. Questo per evitare azioni calate dall’alto che hanno sempre dimostrato la loro inefficacia. In particolare è stato presentato un progetto di mappatura dei bisogni espressi dalle comunità sinte e rom, dalle Istituzioni e dagli Enti Locali per modulare efficacemente qualsiasi intervento. Il progetto è stato già attuato in alcuni territori della Lombardia e del Nord Italia dall’associazione Sucar Drom.
La federazione ha chiesto al Prefetto Lombardi di investire risorse in manifestazioni culturali per far conoscere le ricchezze espresse dalle minoranze sinte e rom. Ribadendo che tale azione è considerata prioritaria per uscire da logiche stereotipate e discriminanti.
Durante l’incontro si è consumato un duro scontro tra alcuni membri della federazione, il Prefetto Lombardi e il Capo di Gabinetto sull’applicazione del “patto di socialità e legalità”. Carlo Berini e Giorgio Bezzecchi hanno ribadito che la firma, (per come è stato concepito, non è un atto puramente simbolico perchè, se trasgredito, autorizza i responsabili del campo ad allontanare dal campo i trasgressori), implica una presunzione di colpevolezza. Un principio, questo, che non esiste nel nostro statuto giuridico. Inoltre incide non ad un soggetto individuale sulla base del principio della responsabilità personale ma ad un soggetto collettivo, i Rom e Sinti, riconosciuti come tali per la loro appartenenza etnica, violando così i principi stessi della Costituzione.
La federazione ha ribadito che l’esperienza di via Triboniano è fallimentare e che l’intenzione del Comune di Milano di applicare tale “regolamento” a dei cittadini italiani sarà oggetto di un’azione legale per discriminazione razziale diretta. Tutti i membri della federazione hanno di nuovo ribadito che la responsabilità è esclusivamente personale e non saranno accette azioni che colpiscano il diritto di esistenza di intere famiglie nel territorio milanese. Il Prefetto Lombardi non sembra che abbia recepito il messaggio, viste le agenzie stampa di oggi.
Durante l’incontro si sono portate a conoscenza del Prefetto Lombardi diverse forme di discriminazione (in particolare: divieti di sosta ai “nomadi” e libertà religiosa) e si sono chiesti alcuni chiarimenti su quanto successo negli ultimi mesi riguardo ad alcuni sgomberi a Milano, censurando alcune azioni.
In ultimo la Federazione ha chiesto al Prefetto Lombardi di assumere come suoi consulenti un Rom e un Sinto per meglio comprendere la realtà diversificata delle minoranze sinte e rom in Lombardia.
Il Prefetto Lombardi si è impegnato a incontrare in ottobre la federazione per discutere tutti gli interventi da mettere in atto una volta completato il censimento a Milano.
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