Il confronto negli organi istituzionali e con la città sul progetto ‘Dal campo alla città’ per l’inclusione sociale di un nucleo familiare di Sinti reggiani è stato ampio e trasparente. Basti ricordare che sono state tre le sedute del Consiglio comunale dedicate all’argomento, una seduta di Commissione consiliare ‘ad hoc’, due riunioni di Consiglio circoscrizionale e almeno sei le interpellanze in Consiglio comunale riguardanti direttamente il progetto, più un’interpellanza parlamentare. Per non parlare di altri momenti di confronto informali con comitati, associazioni, lettere e comunicati ai cittadini.
In queste occasioni, l’Amministrazione ha delineando con esattezza i contorni del progetto: accompagnare una famiglia (fra quelle oggi ospitate nel campo di via Gramsci) con caratteristiche e disponibilità adeguate a un percorso sperimentale di inclusione sociale, lavorativa e scolastica, inserendola in un’area idonea (la cosiddetta kampina, di fatto una microarea) ad ospitare il nucleo familiare.
Dunque, è provata dai fatti l’ampia disponibilità al confronto da parte dell’Amministrazione comunale su un progetto reso pubblico in ogni fase del percorso di attuazione, approvato dal ministero degli Interni e finanziato con un Fondo delle Nazioni Unite.La famiglia sinta è stata scelta, l’area è stata indicata e per la realizzazione della microarea l’Amministrazione comunale ha scelto una procedura legittima e trasparente, prevista dall’articolo 16 del Prg, che consente di attuare la variazione nei tempi corretti per l’attuazione del progetto sociale, tenendo conto fra l’altro del calendario scolastico, a cui si atterranno i minori della famiglia coinvolta nel progetto. A fine mese si aprirà il confronto nella Seconda Circoscrizione, con la presentazione e discussione del progetto nel quartiere. (in foto il Sindaco di Reggio Emilia)
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