E' iniziato decisamente in chiave di protesta contro il Governo italiano il primo vertice europeo sui rom, che si sta svolgendo oggi a Bruxelles, organizzato dalla Commissione Ue e dall'Europarlamento. Durante l'intervento iniziale del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, e quello successivo del finanziere e filantropo ungherese George Soros, alcune decine di persone, soprattutto di etnia rom, hanno indossato magliette verdi, rosse o bianche, con l'immagine ingigantita di un'impronta digitale e la scritta in inglese "Against Ethnic Profiling" (contro la schedatura etnica).
Barroso ha commentato la protesta affermando: "Siamo d'accordo con il messaggio della maglietta", osservando poi che "il 77% degli europei ritiene che essere rom sia uno svantaggio: è un livello simile a quello indicato per la condizione dei disabili". Secondo il presidente della Commissione, è perciò "urgente a livello politico e soprattutto umano" risolvere il problema dell'integrazione nelle nostre società dei rom, gran parte dei quali vive "in condizioni inaccettabili per il ventunesimo secolo", soffrendo della "mancanza di prospettive e della discriminazione costante".
Barroso ne suo intervento è categorico: integrare i Rom e i Sinti è affare interno di ciascun Stato, non della Commissione. L'inclusione dei Rom e dei Sinti in Europa spetta ai 27 Stati membri e non alla Commissione europea. Questo il chiaro messaggio lanciato oggi dal presidente della Commissione Ue Barroso nel corso del suo intervento al primo vertice europeo sui Rom che si sta tenendo a Bruxelles.
«Dobbiamo evitare di dare l'impressione che la drammatica situazione dei Rom possa essere risolta da Bruxelles. Un tale approccio sarebbe irresponsabile», ha affermato Josè Manuel Barroso sottolineando che la Commissione europea può limitarsi a «inviare un chiaro messaggio politico agli Stati membri circa l'urgente necessità di agire».
È in questo modo, ha insistito ancora il presidente portoghese, che l'esecutivo Ue «può svolgere il suo ruolo di leadership politica in quest'area. Inoltre, la Commissione può anche svolgere un ruolo attivo fornendo linee guida politiche e stimolando lo scambio di buone pratiche tra Stati membri».
Parole a cui ha fatto eco il commissario europeo agli Affari sociali, Vladimir Spidla. Sull'inclusone dei Rom e dei Sinti, ha detto, «una strategia centralizzata a partire da Bruxelles è impensabile. Occorrono invece strategie di lungo termine» e il problema va affrontato «a livello nazionale, regionale e locale».
Insomma, ha concluso il commissario, «gli strumenti sono in mano agli Stati membri. E la Commissione europea può soltanto impegnarsi a dare un impulso politico, a vegliare sul rispetto delle norme Ue contro la discriminazione e per al libera circolazione e per promuovere le buone pratiche».
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