mercoledì 3 settembre 2008

Desio (MI), l'effetto "creativo" della dottrina maroni

Tra pochi giorni cominciano le scuole ma per nove bambini Sinti, tra i 6 e i 13 anni, la campanella non suonerà. Colpa di due ordinanze "creative" firmate dal sindaco di Desio Giampiero Mariani, che vietano su tutto il territorio comunale la sosta alle roulotte e l'accattonaggio.
Il primo provvedimento è che cinque famiglie saranno espulse: vivono da molti anni in roulotte o in case di legno nell'insediamento del quartiere San Carlo. I loro bambini, quindi, non potranno andare a scuola. Un'«ingiustizia» che i Sinti italiani di Desio non vogliono accettare.
«Viviamo qui da sempre - protesta uno dei capifamiglia - molti di noi hanno la residenza a Desio e la cittadinanza italiana e i nostri figli sono nati qui e hanno sempre frequentato le scuole della città».Il primo cittadino, però, non vuole sentire ragioni: «Se i ragazzi vogliono continuare a frequentare le scuole di Desio io non ho nulla in contrario. Ma, per la sicurezza, l'igiene e il decoro pubblico non possiamo più tollerare che sul nostro territorio ci siano famiglie che abitano in baracche e roulotte, in condizioni igieniche e sanitarie molto precarie, che non hanno un lavoro regolare e vivono di espedienti».

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè Sucar non si chiede come mai vivono ancora in roulotte?
Lavorare lavorano, visti i dati forniti da sucar nei mesi passati.
Quindi come mai non riescono, dopo anni di lavoro e di abitazione a "tariffa agevolata", a comprare un alloggio?

Se mi si venisse poi a dire che non lavorano(nonostante i dati forniti da sucar durante la rappresaglia di Napoli, raccontata come un pogrom...con un briciolo di razzismo nei confronti di tutti quei cittadini che non hanno fatto assolutamente nulla, tutt'italia ad esclusione di un quartiere napoletano) mi chiederei come ciò sia possibile in una città, in un territorio con la + alta occupazione, dove i lavoratori extracomunitari occupano una grande percentuale(per chiudere la bocca a chi usa facilmente il termine discriminazione, salvo poi usarla a mano bassa) dove insomma il lavoro in questi anni non è proprio mancato?

u velto ha detto...

ciao Xpisp, come abbiamo spiegato innumerevoli volte i lavori, come la raccolta e la vendita di materiali ferrosi, offrono in molti casi solo la sussistenza a queste famiglie.
in particolare il Comune di Desio ha ricevuto fondi strutturali europei per l'inclusione lavorativa di sinti e rom ma li ha usati per altri scopi...
anzi prima che arrivassero ha cacciato diverse famiglie sinte che avevano un terreno di proprietà sul territorio comunale.
gli uffici del Comune sono stati così sfrontati da chiedere a Sucar Drom una collaborazione, negata, per poter accedere a molti più fondi.
il Sindaco di Desio con questa nuova iniziativa razzista conferma quanto già fatto negli anni scorsi.

Anonimo ha detto...

il sindaco c'è al massimo da due mandati...non credo che queste persone ...siano li da così poco.
il fatto che il lavoro che loro hanno scelto di svolgere(regolarmente?) se non è sufficente a sostenere la famiglia, come farebbe chiunque altro, va cambiato..e vista la zona troverei difficile credere che non lo trovano.
La realtà è che ci sono persone che si arrangiano, quando poi l'arrangiarsi è insufficente..la colpa è della comunità razzista e discriminatoria.
Trovo la cosa un pò ...comoda.

PS
per caso i sinti allontanati vivevano su terreni agricoli senza nessun tipo di servizio(a partire dalle fogne??) in quel caso stai raccontando un'applicazione della legge...quella a cui si ricorre quando fa comodo...no?