Nessun bambino rom quest’anno a scuola. Alle mamme e ai papà di Scordovillo non importa se i loro figli imparano a leggere, scrivere, il teorema di Pitagora o dove si trovano Romania e Slovenia.
Fino all'anno scorso c’era un pulmino giallo che ogni mattina alle 7 e mezza passava dal “campo” rom per togliere i più piccoli dalle baracche fatiscenti. Si trattava solo di una mattinata, dal lunedì al sabato. Gli animatori dell'associazione "La Strada" riuscivano a portare uno sprazzo di luce nell’insediamento di Rom più popolato dell'Europa occidentale e forse per questo tanto triste. Ma il Comune non ha rinnovato la convenzione ai volontari.
Per molti bambini rom funzionava, la scuola gli piaceva, avevano quaderni e libri come tutti gli "italiani" dietro ai banchi. Ma da una settimana sono ricominciate le lezioni e di rom in classe nemmeno l'ombra.
Forse alcuni genitori "italiani" si staranno sfregando le mani perchè in classe con i loro figli non ci sono più rom, dimenticando che la questione rom parte proprio da lì. È un fatto prima di tutto culturale. L'equazione è facile: niente educazione è uguale a furti d’auto.
«Noi crediamo che debba continuare il servizio di mediazione culturale e sociale, senza interruzioni o ritardi, che causano cittadini di serie B», dice Giacomo Panizza, presidente della comunità d'accoglienza Cnca Calabria. Per il quale «occorre che qualcuno vada ancora al campo rom. E che le istituzioni prevedano in tempo questi servizi».
Perchè a questa prima settimana di dispersione scolastica non ne seguano altre, le associazioni e cooperative sociali del Cnca, lanciano questo allarme-scuola per i piccoli rom, in accordo con alcuni loro genitori.
1 commento:
non so come sia la situazione a lamezia terme...però dubito che in quel campo non vi sia neppure un'auto.
Possibile che gli sforzi debbano sempre essere fatti dagli altri?
Mi dispiace che ci sia questa situazione...però direi che le colpe...non sono solo del comune.
Io non ho MAI visto un campo privo di auto...anzi!
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