Il battesimo come rituale di iniziazione. Simbolo della conversione alla chiesa evangelica che, per gli italiani di etnia Sinti, rappresenta anche una conversione sociale. Ieri mattina, al “campo nomadi” di via Antonio da Genova, sono state Tracy e Jasmine a ricevere il sacramento, in una cerimonia suggestiva davanti a un centinaio di persone.
«Dove non è riuscita la legge umana, riesce la legge divina - ha spiegato il pastore Franco Trebino - grazie alla parola di Dio rinunciamo all'alcol e ai furti. Ma le istituzioni e la gente devono abbandonare i pregiudizi e aiutarci». L'abito bianco da sposa, gli occhi chiusi e la mente assorta nella preghiera, a tratti mormorata a tratti cantata, per tutta la durata della cerimonia.
Dal volto di Tracy e Jasmine, ieri mattina sotto il grande tendone allestito alla Roncina, trasparivano grande emozione e concentrazione. Sentimenti a cui hanno partecipato anche le tante persone presenti.
«Noi non battezziamo i bambini - ha spiegato il pastore - perché sono troppo piccoli per avere consapevolezza di una scelta e per capire la differenza tra male e bene. Da adulti, invece, la conversione è cosciente».
Una conversione a cui, a Reggio, sono arrivati già una cinquantina di Sinti grazie all'impegno del pastore Trebino, della Missione Evangelica Zigana, e del predicatore Diego Grisetti, che insieme hanno celebrato il sacramento sulle ragazzine. Una conversione che, secondo i due religiosi, rappresenta una preziosa occasione di riscatto per tutta la comunità Sinti.
«La scelta della parola di Dio ti cambia - ha sottolineato Trebino - io mi sono convertito a 24 anni e prima vivevo la mia vita in maniera disordinata. Poi sono cambiato, Dio mi ha liberato davvero dal peccato». «Perché la conversione non è solo recupero della spiritualità, ma anche recupero sociale - ha aggiunto -. Vuol dire liberarsi da quei vizi che purtroppo sono una piaga per il popolo zigano come l'alcol, il fumo, la droga. Ma anche condurre una vita più onesta, rinunciando ad esempio ai piccoli furti».
«Sono due anni che tengo degli incontri con i nostri giovani - ha raccontato Diego Grisetti - per condurli verso la parola di Dio. E vedo come stanno cambiando le cose. Hanno voglia di lavorare e cercano un lavoro onesto, ma non è sempre facile».
A lanciare un appello alle istituzioni, alla politica, alla gente è il presidente dell'associazione «Them Romanò», Vladimiro Torre. «Da dieci anni lavoriamo per i diritti e i doveri dei Sinti - ha spiegato -. L'incontro con la chiesa è un'occasione importante soprattutto per i giovani, che così possono venire via dalla droga, dall'alcol. Questi ragazzi hanno voglia di lavorare, ma purtroppo è difficile trovare un posto di lavoro quando la gente sa che sono Sinti. Ci vuole collaborazione per cambiare le cose. C'è bisogno dell'impegno della politica e delle istituzioni».
Come a proposito del luogo di culto in costruzione a Pratofontana sul quale la polizia municipale, pochi giorni fa, ha messo i sigilli a causa della mancanza delle necessarie autorizzazioni per la sua edificazione.
«Per poca cultura, abbiamo sbagliato non chiedendo tutti i documenti necessari - ha dichiarato Grisetti - ma noi vogliamo cambiare. Quello stabile ci serve come luogo di incontro per i nostri momenti di preghiera. Non c'è nessuna volontà di lucrarvi».
«Lo abbiamo costruito su un terreno che ho acquistato con il risarcimento che ho ottenuto per una operazione chirurgica sbagliata - ha concluso Roberto Torre - soldi che ho voluto spendere per il bene della mia comunità. Chiediamo, quindi, un aiuto: una revoca del provvedimento, affinchè noi possiamo utilizzarlo per i nostri raduni spirituali». (el.pe)
Nessun commento:
Posta un commento