venerdì 19 settembre 2008

Schifani, Barrot e la tolleranza

In materia di immigrazione “le politiche del governo italiano non sono né discriminatorie né reazionarie”. Lo ha affermato il presidente del Senato, Renato Schifani rispondendo, in visita ufficiale a Varsavia, alle domande di un giornalista polacco.
“La conferma di quello che dico - spiega Schifani - ce l'ha data l'Unione europea, ed in particolare il commissario Barrot, che con una sua lettera ha definito come non discriminatori i provvedimenti come quelli adottati sui campi rom e le impronte digitali dei bambini”.
“L'Italia - ha ribadito Schifani - rimane un paese tollerante ed accogliente. Ma la criminalità va comunque repressa. E per questo che il maggior controllo adottato dal Governo non può essere visto come un tessuto normativo reazionario o discriminatorio”.
Noi di sucardrom siamo preoccupati per le parole del Presidente del Senato, Reato Schifani. Prima di tutto perché utilizzare la lettera del commissario Barrot per giustificare l’operato di Maroni è quanto meno discutibile. Infatti non si tratta di un parere ufficiale ma solo di una cortesia politica tutta da verificare, come per altro ha sottolineato più di una volta lo stesso commissario.
In secondo luogo sottolineiamo che chi è tollerante può essere anche razzista. Infatti il tollerante rispetta l'altro purché non ci abbia niente a che fare. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il tollerante Maroni ha avuto a che fare con i Rom e i Sinti, il risultato sono le politiche più discriminatorie mai prodotte in Italia e probabilmente in Europa negli ultimi sessant’anni.

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