E' guerriglia fra poveri a Roquetas de Mar, una cittadina vicina a Almeria nel sud della Spagna, dove da due notti si sono verificati duri scontri - con barricate, auto e case date alle fiamme - fra immigrati africani e cittadini spagnoli di origine rom, nel quartiere degradato delle '200 Viviendas'.
Un'area ingovernabile da tempo - costruita negli anni '70 per ospitare 200 famiglie, dove ora vivono circa 8.000 persone, da dove molti residenti sono fuggiti da tempo davanti all'arrivo in massa, durante il decennio del boom economico spagnolo, di migliaia di immigrati subsahariani impiegati nell'agricoltura e nell'industria. Con gli africani convivono precariamente nel quartiere ora solo spagnoli di origine gitana sedentarizzati.
La scintilla che ha innescato i disordini è stata sabato sera l'uccisione a coltellate di un senegalese di 28 anni, O.K., che cercava di sedare una rissa legata sembra al traffico di droga. Il presunto assassino è un gitano spagnolo, ora ricercato dalla polizia. Rapidamente centinaia di africani si sono radunati davanti alla casa del morto, gridando 'vendetta'. La folla di immigrati ha dato prima fuoco all'immobile nel quale si trovava l'appartamento dell'accoltellatore, poi a un altro edificio. La violenza si è estesa nel quartiere, i rivoltosi hanno eretto barricate. Sono stati incendiati cassonetti e alcune auto. La polizia, giunta per sedare i disordini, è stata fatta bersaglio assieme ai passanti di lanci di pietre e di bottiglie.
Le cose sono ulteriormente degenerate con la discesa in campo di gruppi di gitani, che si sono scontrati con gli africani, gli uni e gli altri urlandosi insulti razzisti. Il quartiere è tornato a una calma precaria solo domenica mattina. Ma gli scontri sono ripresi nella notte fra domenica e lunedì, dopo che un forte gruppo di africani ha cercato di impedire, lanciando pietre, l'ingresso nel quartiere di una ambulanza che doveva soccorrere un abitante gitano ferito in una caduta. Lo scenario della notte precedente si è ripetuto fino verso le tre del mattino, quando la polizia è riuscita a imporre un ritorno alla calma.
Bilancio delle due notti di fuoco: cinque poliziotti feriti, otto africani arrestati, un numero imprecisato di contusi, danni materiali considerevoli. Il quartiere è ora presidiato da polizia e guardia civil. Ma il rischio di nuovo scontri rimane reale. Per il presidente dell'Ong Almeria Acoge, Juan Miralles, ha detto che quanto è successo era ampiamente prevedibile: "quando si lascia che un quartiere si deteriori, e che vi si concentrino popolazioni escluse, disoccupati, famiglie destrutturate, il conflitto lo si vede arrivare".
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