
«Dal rapporto ricevuto emerge che le misure adottate dall'Italia per fare fronte all'emergenza dei campi nomadi illegali non sono discriminatorie e quindi sono in linea con il diritto comunitario», ha detto il portavoce del Commissario per Giustizia e gli Affari interni Jacques Barrot.
Il portavoce Cercone ha affermato «né le ordinanze, né le linee direttrici, né le condizioni di esecuzione, autorizzano la raccolta di dati relativi all'origine etnica o religiosa delle persone censite». In questo contesto, ha aggiunto Cercone, in Italia «non c'è nessuna raccolta sistematica delle impronte digitali». E soprattutto «la presa di impronte digitali ha il solo fine di identificare le persone quando non sono in possesso di un documento e comunque come extrema ratio». Il portavoce ha quindi riferito che Barrot intende rimanere «estremamente attento a tutte le disposizioni sull'attuazione di queste misure che potranno essergli comunicate» dalle autorità italiane. Ed è proprio in questo contesto che il vicepresidente della Commissione europea «ha chiesto di essere informato al momento opportuno della conclusione di questo censimento, delle condizioni di svolgimento e dei suoi risultati».
Nessun commento:
Posta un commento