Sevla, bambina rom alle soglie dell'adolescenza si sente invisibile. Ignorata dai suoi coetanei, attira su di sé la diffidenza e il sospetto che circonda i Rom e i Sinti, e sono l'unica forma di attenzione che conosce.
Un giorno incontra Vanda, una donna rude e solitaria che finalmente la fa sentire una ragazzina come tutte le altre. Ma una notte alcuni uomini circondano il "campo" dove vive e a Sevla toccherà fare i conti con la sopraffazione e con la violenza imposte da chi non riconosce dignità ai diversi e non sa guardare al di là dei pregiudizi...
I bambini invisibili, di Pina Varriale (in foto), dal 21 ottobre in libreria per Piemme, racconta una storia inventata che è un pezzo di cronaca contemporanea e che apre una finestra su una realtà che pochi conoscono e che tutti giudicano con gli occhi della paura, spesso generata dall'ignoranza.
Napoletana, Pina Varriale ha al suo attivo vari libri con protagonisti adolescenti, tutti molto letti dagli adulti ed è già autrice di Ragazzi di camorra, scritto sulla base di un'esperienza sul campo. Con I bambini invisibili affronta ancora una volta un tema scomodo e di grande attualità, con un linguaggio diretto e frugale che coinvolge e appassiona.
Sevla è rom e non viene accettata dai suoi compagni perché percepita come diversa?
Inizialmente Sevla non è accettata dai suoi compagni perché è percepita come "diversa", in quanto appartenente a una cultura di cui sia i ragazzi che gli adulti sanno ben poco. Basta fare qualche domanda per accorgersi di quanta confusione e ambiguità ci sia sul termine "Rom" che i più ritengono una abbreviazione di "romeno".
Sono davvero pochi quelli che sanno che la parola "Rom" significa in realtà "Uomo", nel senso di essere appartenente alla specie umana. I Rom sono arrivati nel nostro Paese da moltissimo tempo, sono stati a lungo artigiani e fabbri, giostrai e allevatori di cavalli.
L'industrializzazione e la rapida evoluzione della nostra società li ha portati inevitabilmente a essere degli esclusi, anche dal punto di vista lavorativo, non avendo più ragione d'essere il tipo di attività da loro praticato per vivere.
Un destino, quello dei Rom, originari della lontana India e non della Romania, comune a tutte le culture "chiuse", che difendono la propria identità come unico fattore di appartenenza al proprio popolo. Sevla è orgogliosa di essere una Rom, lei per prima, in classe tende a isolarsi dai "gagé" perché, come le hanno insegnato i genitori e i parenti, gli "altri", in questo caso noi, sono sciocchi, superstiziosi e irascibili.
La diffidenza e il "razzismo" non si trova su un unico fronte e se è vero che i compagni di classe non accettano Sevla e anche vero che Sevla fa altrettanto. Le cose cambiano soltanto con la conoscenza reciproca ed è esattamente questo che sperimenteranno Sevla e gli altri ragazzi. Continua a leggere…
2 commenti:
Magari la gente ha paura dei rom perchè ammazzano la gente. COme è successo ad Alba Adriatico, o qui a Roma, che ne hanno stuprate parecchie di ragazze.
I rom insegnano i bambini a rubare. Per questo noi italiani abbiamo bisogno di loro.
Perchè non li aiuti tu ad integrarsi
ciao Anonimo, il tuo commento è razzista. sarà segnalato alla Polizia Postale.
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